Altro terremoto nel calcio italiano. Sette provvedimenti di arresti domiciliari sono stati eseguiti nei confronti del presidente del Catania, Antonio Pulvirenti, dell’amministratore delegato Pablo Cosentino, del direttore generale Daniele Delli Carri, e di altri quattro dirigenti della societa’. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e condotta dalla Digos, in collaborazione con la Polizia Postale, ipotizza a vario titolo frode in competizioni sportive e truffa. Secondo gli inquirenti, alcune partite del campionato di Serie B appena concluso sarebbero state comprate con l’obiettivo di conseguire la salvezza. Perquisizioni sono state effettuate a Roma, Chieti, Campobasso e Catania.
Abodi: “Grande dolore”. “La prima reazione e’ sicuramente un grande dolore, perché lavoriamo ogni giorno per rendere comunque credibile e per aumentare la reputazione del nostro contesto, quindi questa e’ una notizia che ci lascia sgomenti”. Cosi’ il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, in merito all’inchiesta, “Bisogna reagire immediatamente – ha spiegato il numero uno dei cadetti – e continuare il nostro lavoro, l’impegno verrà ulteriormente moltiplicato. Mi auguro che le cose vengano chiarite, che si sappia la verità il prima possibile e che comunque, di fronte a certi fenomeni, la risposta in caso di conferma sia dura, e faccia capire che il nostro mondo non e’ disposto ad accettare nessun tipo di accomodamento o accordo – ha concluso Abodi – che mortifichi il campo e il valore sportivo di una competizione”.
Marino ora che fa? A questo punto viene naturale chiedersi che cosa farà Pasquale Marino, che ha lasciato il Vicenza convinto di sedersi sulla panchina degli etnei nella prossima stagione, e per il quale i biancorossi e il Catania dovevano trovare un accordo per liberare il tecnico, ancora sotto contratto con i biancorossi fino a giugno 2016. Sicuramente, alla luce di quanto sembra essere accaduto, la decisione del mister siciliano si sta rivelando sbagliata.