Lo avevano minacciato, alla fine l’hanno attuato. Il calcio femminile è in sciopero, annunciato ieri da uno stringato comunicato dall’AIC. Alla base della decisione c’è il “mancato riscontro scritto – si legge – a quanto concordato nel corso della riunione del Comitato Esecutivo del 6 ottobre u.s”, nella quale l’Associazione chiedeva una programmazione federale per lo sviluppo del calcio femminile. Da qui la decisione di “non disputare la 1ª giornata di campionato prevista per sabato 17 e domenica 18 ottobre prossimi, astenendosi dallo svolgimento della loro attività sportiva”.
Una decisione che era quindi nell’aria, alla quale però la Lega Nazionale Dilettanti si oppone, dicendo che “in conseguenza degli impegni già assunti, non ci sono le condizioni materiali per rinviare l’inizio della competizione”. La Lega, nella nota rilasciata al riguardo, sottolinea inoltre “ l’impegno concreto per lo sviluppo del settore avviato di concerto con la FIGC”.
“Nello specifico, infatti – così prosegue la nota – l’Esecutivo federale ristretto dello scorso 6 ottobre, ha già dato mandato al presidente FIGC di perfezionare amministrativamente le decisioni che entreranno in vigore nel rispetto delle modalità e delle tempistiche stabilite dai regolamenti della Federazione. Lo stanziamento di 500 mila euro per la promozione del calcio femminile, di cui 50 mila euro saranno destinati alla creazione di un fondo di solidarietà per le calciatrici e 180 mila destinati alle società che versano in grave difficoltà economica (il contributo complessivo per la stagione in corso tra LND e FIGC arriva così a 300 mila euro), sarà ratificato nella riunione del competente Comitato di Presidenza del 22 ottobre prossimo. Mentre la possibilità di estendere al calcio femminile la stipula di accordi economici pluriennali, valutate tutte le condizioni normative, sarà ratificata nella riunione dello stesso Esecutivo già fissata per il 27 ottobre.”
“Tali decisioni – continua la Lnd – si aggiungono ad una serie di iniziative che stanno già producendo effetti positivi quali l’obbligo di istituire una sezione di calcio femminile all’interno di ogni Club di Serie A e B (da quest’anno è obbligatorio il tesseramento di almeno 20 calciatrici under 12 fino ad arrivare entro 3 anni alla creazione di squadre giovanissime ed allieve) e l’introduzione della possibilità di trasferimento del titolo sportivo, che ha permesso alla Fiorentina e alla Lazio di acquisire società femminili ed a tanti altri Club di avviare un percorso di collaborazione con i club dilettantistici”.
“Tutto ciò premesso, la Lega Nazionale Dilettanti auspica un ripensamento rispetto alla decisione di non scendere in campo da parte delle calciatrici per senso di responsabilità e per dare sostegno al percorso avviato in favore – conclude la nota – del movimento del calcio femminile italiano”.