Quarto appuntamento con il blog del Coaching di Beppe Sammarco – qui la lista degli altri post.
Come parli con i tuoi atleti
Abilità di relazione
La più grande responsabilità di chi è chiamato a condurre un’organizzazione, di qualunque tipo essa sia, è avere sempre le idee chiare di come tirare fuori il meglio delle risorse dagli atleti e dai collaboratori e, quando diventa necessario, cambiare qualcosa in corsa, dimostrando pragmatismo e sicurezza. Se non si fa questo i rischi che si corrono sono:
– perdere autorevolezza;
– confondere;
– demotivare.
In ogni sfida, qualunque sia il grado di impegno richiesto, è importante saper muovere le persone verso obiettivi elevati e noi per primi esserne l’esempio. La visione comune deve essere focalizzata verso il più alto risultato possibile. (ribadisco “possibile e realizzabile” e non frutto di fantasia e che non risponda alle caratteristiche di un obiettivo ben formato – ne parleremo in uno dei prossimi articoli).
Saper comunicare con le persone che, assieme a te, si stanno orientando verso l’obiettivo condiviso è una condizione indispensabile per monitorare se le strategie che si stanno applicando sono allineate e su misura per le persone coinvolte.
Va ricordato che, in genere, chi ha talento è carente in rigore, senso di applicazione, rispetto delle regole, determinazione, coraggio, spirito di sacrificio, altruismo. Qualità che in genere sono dei gregari.
Ricordarsi di individuare sempre:
– chi fa parte del problema
– chi fa parte della soluzione.
Contesto e Ancore “spaziali”
Un’altra caratteristica importante è la cosiddetta “ancora spaziale” così definita perché è associata un’emozione personale direttamente collegata allo spazio fisico in cui avviene la comunicazione. Per questo è consigliabile fare la massima attenzione al posto fisico in cui siamo quando diciamo qualcosa a qualcuno, che si tratti di lodare aspetti positivi, rimproveri, regole, suggerimenti tattici e tecnici, ecc.
La nostra mente genera una neuro associazione (chiamata in gergo “ancoraggio”) tra quello che vede, dove lo vede, e le emozioni che prova, identificando lo spazio in cui avviene la comunicazione e creando una memoria. Quindi, meglio scegliere con consapevolezza il luogo in cui parliamo. In pochi lo sanno, in molti non lo sanno proprio. Dobbiamo sempre ricordare che il nostro cervello ricevi stimoli dall’esterno e poi li elabora al proprio interno a seconda delle convinzioni e di ciò che la memoria riconosce.
Inizia a vincere partendo da te stesso e supera ogni tuo limite prendendoti la responsabilità di osare, di andare oltre, di crederci sempre.
“ogni lungo cammino inizia sempre con un primo passo”