Già un po’ meglio, ma c’è veramente tanto su cui lavorare, e in queste tre partite da giocare in una settimana bisogna portare a casa gol e punti, mantenendo lo stesso livello di grinta che si è visto sabato scorso, evitando così di dare spazio a incubi. Un giudizio sul Vicenza, dopo il pareggio col Bari e prima del ciclo con Salernitana, Ascoli (in trasferta) e Avellino (in casa), si può riassumere così. Poco spazio all’ironia, anche se è vero che lo 0-0 ha rasserenato un po’ gli animi e portato un po’ di ottimismo: siamo cresciuti, si è vista una squadra che ha lottato durante la partita, messa giù in campo con una certa logica – il 442 sembra la scelta migliore – e che ha lasciato discretamente soddisfatti. Ma da qui a dire che siamo a posto ce ne passa. Lo dice la classifica – siamo ultimi – lo dicono le condizioni atletiche di 3-4 giocatori fondamentali, e soprattutto quella casella vuota tra i gol segnati….
Partiamo da qui: bisogna trovare il modo di sbloccarsi e fare gol. Ci siamo andati vicini – palo di Raicevic su punizione di Galano – ma su azione abbiamo combinato poco, o siamo stati estremamente imprecisi. C’è da migliorare parecchio. Più come reparto che come singoli: in tanti hanno buttato la croce su Raicevic, noi saremmo più per buttarla su Galano… ma prendersela alla terza giornata con loro due non ha molto senso. La voglia ce l’hanno messa e basta solo migliorare il fiato e la mira, non è questo il punto. Lo è invece il modo in cui attacchiamo gli spazi e cerchiamo di liberare l’uomo al tiro: qui va fatto il salto di qualità. Maggiore velocità, cattiveria e cinismo: bisogna stamparselo bene in testa.
Così come bisogna continuare a non subire gol, la vera buona notizia di sabato. Il rientro di Adejo e D’Elia ha dato sicuramente una mano a Lerda per sistemare la difesa, ma in generale tutto il reparto è sembrato più solido e attento: Bravo Vigorito; Zaccardo, spostato a destra, ha fatto vedere buonissime cose; Esposito fino a quando è rimasto in campo non ha fatto male, e Bogdan ha fatto il suo (soppiantando di fatto Fontanini nelle gerarchie). Avanti così su questa strada. E avanti pure su quella del centrocampo a 4 – con Siega riportato finalmente nel suo ruolo – che dà maggiore copertura, in attesa che Fabinho e Giacomelli aumentino sul serio la concorrenza sulle fasce, e Bellomo – l’unico che può farlo – torni a essere il candidato ideale per prendere in mano la regia di questa squadra.
Di più non c’è altro da dire, ora è il momento di lasciar parlare solo prestazioni e risultati. C’è poco da scherzare, siamo in basso e dobbiamo risalire, confermando grinta e progressi e trovando finalmente gol e vittorie. Mancano 49 punti all’obiettivo… La salvezza non aspetta, corriamo a prendercela.