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7 Novembre 2024
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A Trapani per non perdere ancora la faccia

(ph. Zonta)
(ph. Zonta)

Dopo una sconfitta come quella subita contro il Perugia, dove non basterebbe il vocabolario dei sinonimi alla voce ‘allibito’ per spiegare cosa abbiamo passato dopo quei 40 minuti osceni, ci sarebbe solo da tacere, tentando di dimenticare al più presto quella roba vista al Menti domenica scorsa. Roba, sì, perché in questo il dizionario non aiuta a trovare la parola adatta per quanto offerto dai biancorossi nell’ultima gara. Impossibile definirlo, tanta è stata l’assenza di una squadra, di una reazione dopo i gol subiti, o di una basilare decenza che dovrebbe accompagnare ogni prestazione da parte di giocatori che – ricordiamolo – sono professionisti profumatamente pagati per giocare in Serie B, sotto i riflettori, e da cui ci si aspetterebbe almeno il minimo sindacale. Almeno. Invece niente di tutto questo. Quindi meglio scordarsi il Perugia, e guardare alla partita di sabato di Trapani con l’idea, forzata, che sia stato tutto troppo brutto per essere vero, che sia stato qualcosa di impossibile da ripetere.

E’ chiaro che questo pensiero può essere reso più forte solo da una prestazione veramente da Lane in Sicilia, ma a questo punto – speranze a parte – non sappiamo più cosa aspettarci. L’unica cosa certa è che ci giochiamo, oltre a tre punti fondamentali per la salvezza, anche la faccia, o meglio se la giocano i giocatori, quelli che ora (con un allenatore cambiato un mese fa e un sostegno che non è mai mancato) non hanno più alibi, e che devono tirarci fuori da questa situazione a partire da domani. Con la sconfitta infatti verremmo superati e ci ritroveremmo all’ultimo posto, lo stesso che era costato la panchina a Lerda, e non ci sembra proprio il caso di precipitare ancora, magari con il rischio di metterne in discussione un altro, di allenatore, e per giunta uno come Bisoli che la faccia sembra mettercela sempre. Dovrebbe bastare questo per tirare fuori orgoglio e grinta: vediamo se in spogliatoio i baldi giovani di domenica sera (ma anche del mercoledì sera, chi vuole capire capisca) lo hanno compreso.

L’ultima cosa riguarda il presidente Pastorelli: che fine ha fatto? Dalla presenza assidua (social network in primis), si è passati al nulla, con nel mezzo una squadra che stenta, a dir poco, a riprendersi; le polemiche sui settori giovanili; i tifosi daspati per aver solo comprato un biglietto; la disavventura – chiamiamola così per decenza – di Pisa, etc. etc… Insomma, sarebbe il caso che il presidente si facesse sentire, sotto tutti gli aspetti. Di solito si fa così, senza lasciare soli il ds e l’allenatore a tentare di tenere unita la baracca. Cosa aspetta? Un conto sono le difficoltà – che ci possono stare, erano annunciate – un altro è sparire. Qui l’ultima cosa che ci si ricorda è la leggenda metropolitana di Fontanini che sarebbe stato “quattro volte più forte di Brighenti”. Capiamo lo shock per averlo poi visto in campo, ma è ora di dire qualcos’altro…

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