Peccato, e che sia da lezione per le prossime partite, dove servirà attenzione al 100% per non vanificare quanto di buono – come con l’Entella – siamo in grado di mettere in campo.
La lezione del Menti di martedì sera è questa. La squadra c’è, anche con 10 infortunati, e dipende solo da noi l’esito finale della partita. Se evitiamo di fare regali, come troppe volte è successo nelle ultime partite, i punti li possiamo portare a casa. Diversamente, c’è solo da mangiarsi le mani per non aver fatto il massimo per ottenerli o per essersi autoflagellati da soli. Vedi la “monata” tra Benussi ed Esposito, ma di più Avellino, dove i gol di D’Angelo sono in fotocopia. Nel primo caso nessuna acredine, gli errori si possono commettere, nel secondo invece è evidente che con quell’atteggiamento si fa poca strada e a noi “parte il nervoso”.
Come detto serve attenzione, per 90′, altrimenti la paghiamo cara, tutto qui. Meglio tenerlo in mente. Detto questo, non siamo tra i profeti di sventura, anzi. Ce la possiamo fare, a patto appunto di non sottovalutare la situazione. Ci fa piacere che il presidente dispensi, come fatto, ottimismo e sicurezza – “Non sono preoccupato” ha detto – ma il nostro compito è quella di guardare i fatti, l’unica cosa che conta, e che purtroppo ci dicono che nel 2017 non ne abbiamo ancora vinta una. E, pur tenendo conto di infortuni ed incidenti di percorso, dovremmo ricominciare a farlo al più presto. Il problema è che ci siamo giocati male il bonus Menti con Salernitana e Ascoli, alla salvezza mancano ancora 21 punti, considerando che l’obiettivo sono i 50 e ora per rimediare devi andarli a fare col Cesena, il Pisa e il Frosinone. Speriamo, davvero, che tra tre settimane l’ottimismo ci sia ancora, ma un filino di preoccupazione – per non dire altro – ce l’abbiamo.
La stessa che avevamo per il mercato degli svincolati, sul quale è indubbio che ci siamo mossi in ritardo e che, se quelli erano i nomi in ballo, meglio essere rimasti così. Nel senso che a noi fa pure piacere che Pastorelli abbia deciso di non buttare via i suoi soldi per prendere una ciofeca d’attaccante a fine febbraio: ha fatto bene e glielo diciamo. Il problema è che non si doveva arrivare a questo punto, e che qualcuno doveva evitarlo. E speriamo che il presidente questo lo sappia, anche se non può dirlo. A parte questo piccolo appunto… Andiamo avanti e a questo punto va bene così. Sappiamo che ce la possiamo giocare con tutti, ma serve grinta a palate. Quella messa in campo dal “non più acaro ma finalmente di nuovo zanzara” De Luca, calatosi in questa realtà come dovrebbero fare tutti quelli che vengono a Vicenza e che vogliamo continuare a vedere, o quella del bocia Orlando che zitto zitto, a testa bassa, si è conquistato un posto mettendo sempre in campo il 100%. Questi, come altri, sono gli esempi da seguire, e che hanno in comune quell’attenzione di cui parlavamo prima. Se la mettiamo in campo, da qui a fine stagione, allora sì possiamo essere ottimisti.