E’ un derby, lunedì ci giochiamo gran parte delle speranze, e conta solo vincere, quindi tutti zitti e correre, che il tempo per perderci dietro gli alibi è terminato e solo uniti ce la possiamo fare. Dopo la vittoria contro il Novara e il pareggio di Benevento, risultati che ci hanno tenuto aggrappati al filo della salvezza, è meglio parlare chiaro, non abbiamo alternative. Ci siamo ripresi – così pare – e il cambio in panchina sembra aver dato la scossa giusta, ma essendoci complicati dannatamente la vita sperperando punti negli ultimi tre mesi non possiamo più sbagliare. Basta guardare classifica e calendario (ormai è tempo di tabelle, non si possono più evitare) per capirlo: abbiamo vinto noi però lo hanno fatto anche le altre, quest’anno la quota salvezza è probabilmente più alta e poi gli scontri che ci attendono sono durissimi – dopo il derby ci sono Ternana, Cittadella e Spezia – quindi ogni occasione non si può fallire. E, soprattutto, vanno lasciati da parte certi atteggiamenti, altrimenti non si va nessuna parte.
Ma partiamo dal campo e dal derby. Partita nella quale non dovrebbe essere difficile trovare motivazioni (sono migliaia, come quelli che saranno a Verona a seguire la squadra, nonostante la ridicolaggine di giocare il 1° maggio) e nella quale è il caso di ripetere quanto abbiamo visto lunedì sera al Menti dove abbiamo avuto conferma che Torrente è partito con il piede giusto. Si è notata più organizzazione, più velocità, più voglia di fare male dalla trequarti in su, con individualità – su tutte quella di Orlando, ma non solo – che finalmente qualcosa sono tornate a mostrare. Si è vista, per dirla più semplicemente, la voglia di giocare a calcio e undici giocatori che ci provano. Mettiamoci pure che per una volta siamo finalmente riusciti a ribaltare il risultato… Insomma oro colato, ma se pensiamo di aver risolto tutti i problemi, il rischio che corriamo è epocale. Non lo scriviamo per scaramanzia, ma è ovvio che la partita di lunedì, dati gli obiettivi delle due squadre in campo, vale doppio.
Anche per questo è il caso, come si accennava, di consigliare tutti di stare e zitti e correre, senza lasciarsi andare a fesserie dovute al nervosismo. Ci riferiamo a quanto successo durante e dopo la fine della partita con Bellomo. Il quale, dopo aver segnato il 2-1 (quarto gol nella stagione per lui, il primo dopo due mesi, non proprio un grande bilancio da esibire, giusto per dare un po’ l’idea del contesto nella quale è stata partorita questa idea) ha pensato bene di correre a “sbeccare” con una parte dei Distinti dopo il gol, invitandoli a stare zitti. Proprio quello che ci voleva per festeggiare la rete e “stemperare la tensione”, no? All’episodio è poi seguito un confronto fuori dallo stadio, risolto – a quanto sembra – da Giacomelli e dall’idea di rimanere tutti uniti verso la salvezza.
Bene, ma di certo rimane il fastidio per atteggiamenti che cozzano contro un tifo che c’è sempre, in ogni occasione, in casa e trasferta, a costo di grandi sacrifici. Insomma, non vogliamo colpevolizzare nessuno e il nervosismo è comprensibile, da tutte le parti, ma la situazione è quella che è e un po’ di “testa” in più da parte di chi va in campo ci vuole. Non ci giochiamo i playoff, ma la serie B e gran parte del futuro di questa società: non scordiamocelo provocandoci tra di noi.
E andiamo a vincere questo derby.