E’ passata un’altra settimana, e non si è mosso ancora nulla… Dopo il balletto dei Cda di questi giorni, speravamo che almeno qualcuno prendesse la parola e spiegasse quello che succederà al Vicenza, ma a parte qualche frase dell’avvocato Polato, l’unico delegato a parlare, tutto tace. Non resta quindi che provare a mettere un po’ di ordine tra le varie ipotesi che girano sul nostro futuro, facendo lo sforzo di provare a capire in cosa si può trasformare questo silenzio assordante, delineando degli scenari possibili. E farlo con una nota importante come premessa… In ognuno di questi c’è un punto fisso, trasversale, al quale non si scampa: c’è una squadra da rifare, alla svelta. E soprattutto da rifare in un certo modo, ovvero per affrontare da protagonisti un campionato estremamente difficile come la Lega Pro, dove non si improvvisa niente, dove si punta al primo posto o si rischia di rimanere lì in eterno (per info chiedere al Bassano). Qualunque cosa succeda, bisogna fare presto.
Scenario 1, il più remoto: si va avanti così.
Il primo scenario è quello che – al netto di movimenti minori nella composizione societaria di Vi.Fin. – si vada avanti così. Più per mancanza di alternative che per altro. I soci rimangono gli stessi e i soldi li mettono un po’ tutti, si trova un accordo per definire budget e modalità per affrontare la nuova stagione, e poi la vera discussione si apre su chi gestirà la squadra e in che modo. La soluzione più probabile è quella di nominare, anche per evitare la replica dell’uomo “solo al comando” vista quest’anno, un ds esperto, al quale dare tutto in mano per risanare – sportivamente parlando – la società, e che quindi metta mano su tutto ciò che evidentemente non andava bene, dando massima priorità alla scelta di un allenatore che abbia ambizioni da trasmettere ai giocatori e voglia di insegnare calcio, anche se quest’ultimo punto andrà affrontato in ogni caso, in qualunque direzione ci si muova. Lo scenario è improbabile perché ormai sappiamo bene quali sono i rapporti tra i membri della cordata, ma non si può escludere.
Scenario 2, il più probabile: Pastorelli piglia tutto.
Il presidente è forte del fatto – mai smentito – che la liquidità necessaria a far fronte alle spese dell’ultimo anno li ha spesi la Colombo Finanziaria, prestando (è una pratica comune, l’ha fatto anche Thohir con l’Inter, così si evitano aumenti di capitale) soldi al Vicenza Calcio. Gli altri soci di Vi.Fin, che teoricamente dovrebbero “pareggiare” l’apporto economico, a questo punto potrebbero rinunciare a farlo, di fatto uscendo dalla cordata, con Pastorelli che a quel punto diventerebbe probabilmente l’azionista di maggioranza, salendo dall’attuale 20% di quote societarie. Tecnicamente fattibile anche se non è un passaggio diretto, questa decisione lascerebbe all’uomo di Orbetello il controllo unico – a quel punto legittimato dalle quote – del Vicenza. E qui si apre un altra partita: Pastorelli rilancerà, scegliendo un ds a cui lasciare potere (vedi l’ipotesi 1) o cercherà un compratore?
Scenario 3: si vende, evitando il Lussemburgo.
Il terzo è che, indipendentemente dai movimenti azionari di Vi.Fin., arrivi un altro imprenditore, o gruppo di imprenditori, che prenda in mano il Vicenza Calcio, paghi quel che c’è da pagare, e poi che capisca che questa società la si può risanare sul serio solo iniziando a investire bene. Magari… Verrebbe da dire, se non fosse che abbiamo visto passare tanti chiacchieroni (chi se lo scorda Mehmeti?) e rimanere sul “chi va là” è il minimo. Per questo ci sembra giusto mettere in guardia tutti quanti: se si vende, si vende a gente seria, non a finanziarie nebulose con sede in Lussemburgo. Ne abbiamo viste troppe, ora almeno evitiamo di svendere la nostra storia.
PS. Ci sarebbe anche uno scenario 4, ma è talmente brutto – e a questo punto speriamo anche improbabile – che non lo vogliamo nemmeno nominare.