“Vendono, non vendono? Vendono una parte, vendono tutto? E chi compra cosa vuol fare? E chi c’è dietro? E se non vendono c’è qualcun altro? E chi paga gli stipendi fino a fine anno? E i progetti per il settore giovanile quali sono? E il centro di Isola? Ma il Vicenza non doveva venire ad allenarsi in città? Ma i debiti chi li paga? E chi li ha fatti? Ma non vi sentite tutti quanti un po’ cretini a chiedervi sempre le stesse cose?”
La lista di domande che siamo qui a porci, prima dell’assemblea di Vi.Fin, e prima di sapere se questa “PEC” (ci mancava solo quella) sarà stata spedita oppure no, è come al solito molto lunga. E da un certo punto di vista, ovvero di quelli che di questa squadra sono innamorati a prescindere, onestamente troppo. Troppo per essere a fine settembre e, soprattutto, per proseguire questa stagione in una maniera dignitosa e con un po’ di rispetto nei confronti di chi (vedi sopra) per l’ennesimo anno ha sperato che questo fosse quello buono per compiere effettivamente una rivoluzione.
Rivoluzione che in parte è stata compiuta, almeno a guardare il campo, è innegabile. Purtroppo quello che non è cambiato è l’atteggiamento, da parte di chi gestisce, nei confronti di una squadra che dovrebbe essere un tesoro cittadino da custodire e non da saccheggiare.Quello rimane sempre uguale, con l’aggiunta – novità di questa settimana – di una sensazione di “rammarico”.
Dopo le riunioni nascoste, le trame oscure, i soldi che ci sono e non ci sono, questa volta dobbiamo annotare pure questo. Vi.Fin si è infatti espressa così a fronte della comunicazione di Boreas che ha preferito mettere per iscritto quanto si erano detti venditori e acquirenti, consentendo a noi di farci un minimo di idea. Una mossa, quest’ultima, che si può condividere oppure no, ma di fronte ad una reazione del genere c’è da rimanere basiti. E il perché è semplice: tutti sanno che stiamo aspettando di sapere cosa succederà, quindi a cosa e chi serve nascondersi dietro poche righe stizzite?
E’ difficile comprenderlo, così come è difficile capire come sia possibile che nessuno si sia preso la briga di dire a noi tifosi qualcosa. Altro che rammarico: quello al massimo possiamo averlo noi, che siamo corsi a fare l’abbonamento in bianco quando ce n’era bisogno e ora ci ritroviamo appesi ad un filo incomprensibile. Il tutto mentre c’è un campionato da giocare – per fortuna c’è la sosta – e sarebbe bello parlare solo di quello. Dell’inserimento degli ultimi arrivati e di come stiamo sperando che Colombo e i suoi trovino qualche soluzione che permetta di essere più incisivi davanti. E’ evidente che, a parte il gol su calcio d’angolo, il Vicenza domenica scorsa ha creato pochissimo, trovando un muro sulla trequarti, e non si può sperare, come l’anno scorso, di non subire mai gol e di farne uno in qualche modo. Serve qualcosa in più, di gioco e carattere. Le squadre molli e leziose, in C, di strada ne fanno poca. Serve il salto di qualità, e alla svelta. Riusciamo ad evitare almeno questo di “rammarico”?