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21 Novembre 2024
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La “grande bellezza” del calcio vicentino – FOTOGALLERY

Metti una location, villa Cordellina Lombardi, che ci invidiano in tutto il mondo, metti una squadra tra allenatori e giocatori che rappresenta il meglio del pallone vicentino, metti insieme tanti personaggi che hanno fatto la storia passata e presente del calcio della provincia, metti insieme tre realtà, Sportvicentino, Calciovicentino e l’Associazione allenatori di Vicenza, che hanno deciso di unire le loro forze per dare vita appunto al Gran Galà del calcio.
A fare gli onori di casa, in qualità di neo presidente della Provincia, Maria Cristina Franco: “Ci troviamo in un contesto meraviglioso, in una villa con alle pareti gli affreschi del Tiepolo – esordisce – ed il calcio è protagonista incontrastato in mezzo a tanta bellezza. In fondo gli obiettivi che devono perseguire la buona amministrazione e il mondo dello sport sono gli stessi. Da parte mia spero di onorare questo nuovo impegno”.

Nella serata delle “prime volte” non poteva mancare la presenza dell’appena eletto sindaco di Vicenza Francesco Rucco, salutato al suo ingresso in sala da un caloroso applauso oltre che dalla “green card” mostratagli dal professor Remo Marchezzolo, suo insegnante di educazione fisica al liceo Quadri: “Daremo una grande scossa al mondo dello sport – ha esordito Rucco, accompagnato dal neo consigliere, ed in pole position come probabile assessore, Andrea Berengo – La funzione degli allenatori é innanzi tutto educativa. Anche per questo vorrei dire grazie a Nicola Zanini, che ha rivestito questo ruolo così importante e nello stesso tempo delicato contribuendo alla salvezza del Vicenza”.
La parola passa Giuseppe Franco Falco, delegato provinciale del Coni cittadino: “Porto il saluto della grande famiglia sportiva – afferma – Dando uno sguardo ai numeri del quadriennio 2012-2016 si può vedere come il 25% dei tesserati appartengono al pallone e sono circa 208 le società. A livello nazionale, invece, il calcio sta attraversando un periodo di riflessione. Per quanto riguarda la tecnologia oggi c’è la Var, una volta invece la monetina. Alle Olimpiadi a Roma del ’60 ci andò male perchè la fortuna premiò l’allora Jugoslavia mentre qualche anno dopo, nel 1968, la dea bendata fu dalla nostra parte contro l’Urss spalancandoci le porte della finale dove gli azzurri si presero la rivincita proprio contro la Jugoslavia”.
La parola passa a Patrick Pitton, vice presidente vicario del Comitato regionale veneto della Figc: “Innanzi tutto rivolgo un plauso a tutti i premiati – esordisce – Alla fine di una lunga stagione sportiva vengono riconosciuti i meriti della passione e del sacrificio in una festa che unisce tutta la provincia a dimostrazione che il lavoro di squadra dà i risultati in campo. Il vero movimento, il cuore pulsante del pallone sono i giovani e i dilettanti. Grazie, dunque, a Sportvicentino e a Calciovicentino che rivolgono costantemente l’attenzione a loro”.
A fare gli onori di casa anche il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto: “E’ un piacere che eventi come il galà si facciano in questa location di cui sono orgogliosa – afferma – Come città europea dello sport in nove anni di amministrazione abbiamo sempre dimostrato attenzione a società ed atleti che rappresentano per noi motivo di vanto”.
Paola Ambrosetti, direttore di Sportvicentino, sottolinea l’importanza di fare squadra ricordando l’importanza dei valori in una mission da sempre portata avanti dal nostro giornale, fondato quasi trent’anni fa da Gianmauro Anni per dare voce a chi spesso era dimenticato in un calcio in cui solo le grandi squadre ricevevano i riflettori.
Federico Formisano, direttore di Calciovicentino, esprime soddisfazione per essere arrivati al termine di una stagione calcistica iniziata lo scorso 27 agosto con un caldo terribile e poi proseguita a dispetto del gelo, della pioggia, della neve: “E’ stata un’impresa, siamo arrivati in fondo e di questo ringrazio la mia squadra”.
A chiudere gli interventi Paolo Cazzola, presidente degli allenatori di Vicenza: “Dei 1600 tecnici tesserati, sono poco più della metà quelli che allenano. L’allenatore del settore giovanile riveste il ruolo più importante: può fare danni, causando l’abbandono dei giovani. Al contrario dovrebbe sfruttare questa opportunità per dare e non per ricevere. In alcuni casi bisognerebbe togliere il patentino a certi allenatori che hanno atteggiamenti e comportamenti che reputo censurabili. Per questo bisogna apprezzare le capacità umane, comunicative e i modi dei tecnici che vanno valutati innanzi tutto per queste qualità e non per i risultati sul campo. Forse bisognerebbe redigere un codice di comportamento etico. Degli esoneri il 40% riguarda i grandi e il 30% i giovani, ma quello che mi preme sottolineare è proprio il comportamento che devono detenere in panchina i nostri associati, soprattutto quelli che lavorano con i ragazzi: dalla loro hanno uno straordinario strumento di insegnamento che è il gioco, dunque che lo sfruttino al meglio”.
Applausi e quindi spazio alle premiazioni che riviviamo nelle pagine a seguire grazie alle fotografie del nostro Alessandro Zonta.

 

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