L’orgoglio vicentino si mantiene vivo anche nella disciplina dell’Ironman grazie a Marco Corato Valerio, atleta di appena 23 anni, classificatosi dodicesimo all’Ironman di Mallorca, ottavo in quella di Cascais, terzo a Lanzarote e dodicesimo a Zell am see. “E’ una grande soddisfazione per me aver portato a casa questi risultati, ma lo è ancora di più l’essere passato da normali gare regionali a gare internazionali” esordisce l’atleta, che si racconta e, soprattutto, spiega la durissima disciplina in cui si mette alla prova.
“L’ironman è un circuito del triathlon che si articola in mezzo Ironman e Ironman completo – illustra – Il mezzo Ironman, quello in cui io mi cimento, si suddivide in 1.9 chilometri di nuoto, 90 km di bici e 21 km di corsa mentre l’ironman completo vede le misure del mezzo moltiplicate per… due!”.
– Come si è avvicinato a questo sport?
“E’ stato un processo progressivo nel tempo: quando avevo solo 10 anni un mio vicino di casa, allenatore di atletica leggera, mi ha indirizzato verso il triathlon, soprattutto la corsa e la bici. Durante l’estate, all’età di 14 anni, mi sono avvicinato al nuoto”.
– Quali sono le doti che un atleta deve possedere per praticare tale sport?
“Sicuramente deve avere passione, costanza in quello che fa e la volontà a migliorarsi sempre confrontandosi nelle gare con atleti molto forti. In fin dei conti, però, le cose che contano di più in questo sport sono la passione e il divertimento”.
– Non c’è rosa senza spine: quali sono le spine nella disciplina dell’ironman?
“Senza dubbio i tempi di gara (5 ore) sono molto intensi e stancanti, ma penso che la fatica più grande di tutte sia lavorare ed allenarsi per gestire la forza”.
– Prospettive e sogni futuri?
“La mia aspirazione è sicuramente quella di migliorarmi ed allenarmi a tal punto da essere in grado di affrontare gare di Ironman completo”.
– Il miglior tempo?
“Il mio miglior tempo in gara è stato di un’ ora e mezza per la mezza maratona, 2 ore e 34 minuti per la bici e 32 minuti per quanto riguarda il nuoto”.
– Perché ha scelto l’Ironman e non il triathlon?
“Ho scelto l’Ironman, a differenza del triathlon normale, perché dà la possibilità di mettersi alla prova con atleti molto forti ed internazionali considerando che nelle gare più importanti la maggior parte dei partecipanti è straniera”.
– Poiché l’Ironman e il triathlon non sono sport molto conosciuti e praticati in Italia a differenza del calcio, cosa direbbe per convincere le persone a praticarli?
“Direi che, sebbene sembri uno sport molto faticoso che richiede soprattutto sacrificio, dedizione, continuità nel tempo e passione, quello che li ripagherà sarà sicuramente il divertimento per quello che si fa”.
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