A volte ritornano. Anche quando ci si era lasciati male, con una maglia gettata da una parte e i fischi dei tifosi dall’altra.
Rachid Arma, attaccante classe ’85, nativo di Agadir in Marocco ma vissuto a San Bonifacio, a pochi chilometri dal confine con Vicenza, vuole far dimenticare il passato e si presenta con un biglietto da visita di 93 reti nelle ultime sette stagioni con le maglie di Triestina, Pordenone, Reggiana, Pisa, Carpi e Spal. Acquisito a titolo definitivo dalla Triestina, il calciatore ha sottoscritto un accordo sino al 30 giugno 2020.
Indosserà la maglia n. 16, quella della sua data di nascita (e della moglie!) e, auspica, che in doppia cifra possano essere anche i gol in biancorosso.
Sono soltanto quelli l’…arma con cui vuole far parlare di sè in una piazza che, come sottolinea subito, merita la serie A.
Quella sfortunata stagione 2010-11 (9 presenze ed una sola rete) ormai è alle spalle, però è proprio da lì che l’attaccante vuole ripartire per chiarirsi con i tifosi: “Era stato un gesto sbagliato, da giocatore inesperto, in un’annata particolare – esordisce – Arrivavo da Torino dove avevo giocato poco e mi aspettavo di trovare più spazio e fiducia da parte dello staff. Uno sfogo personale, dovuto alla rabbia, non certo rivolto ai tifosi, perchè non mi sarei mai permesso di farlo in una piazza come questa, che merita la serie A, per il suo passato e per il pubblico.
Arrivando qui mi sono preso una bella responsabilità, ma oggi sono un uomo maturo, un padre di famiglia e so cosa mi aspetta quest’anno. Quando il mio procuratore mi ha accennato la proposta ho detto che ero pronto ad accettare la sfida. Non mi piaceva essere andato via in quella maniera e sono tornato per dimostrare il mio valore. Riparto con l’entusiasmo di una società nuova. In carriera, anche quando mi chiedevano di rimanere, ho preferito andare dove c’è entusiasmo e si cerca il salto di categoria”.
“La mia rivincita in una piazza da serie A”
Rachid Arma è ben consapevole di quanto ci si attende da lui: “Avrò una bella responsabilità – conferma – Il Bassano, quando ci ho giocato contro, mi è sempre piaciuto per la sua fase offensiva, per un gioco propositivo e ho pensato di poter essere adatto alle caratteristiche di questa squadra, ai concetti del mister, di rubare palla agli avversari. Al di là che si giochi con una punta, due o tre è il concetto tattico che conta: io in passato sono stato schierato con diversi moduli, ma è più importante la filosofia di gioco”.
L’attaccante conosce bene le aspettative dell’ambiente: “So che c’è un grandissimo entusiasmo grazie alla nuova società e per ogni giocatore Vicenza rappresenta un punto di arrivo, non di partenza. Sul tifo, poi, non c’è nulla da dire, anche quando le cose andavano male come nella passata stagione. Da parte mia assicuro il massimo impegno: la nostra è una squadra molto giovane, che ha tanta voglia di fare”.
Sul fatto di cambiare spesso società Arma è chiaro: “Anche a Trieste ho chiesto io di andare via – spiega – Non è che non rientrassi nei piani della dirigenza, però ho preferito accettare una nuova sfida come del resto avevo già fatto in passato. Mi ha colpito il progetto e l’entusiasmo del Vicenza: mi piace ripartire da una società nuova anche a livello di stimoli personali. In questa categoria ci sono tanti attaccanti in grado di fare la differenza, però io penso di essere un giocatore importante e farò di tutto per ripagare la fiducia a suon di gol che, come attaccante, è quello con cui devo far parlare per confermarmi un bomber di categoria”.
Pur avendo realizzato quasi un centinaio di reti Arma ha preferito restare nei palcoscenici della serie C: “Dopo le esperienze in B a Torino e Vicenza in cui avevo trovato poco spazio ho scelto di essere protagonista in C vestendo maglie importanti”.
Il giocatore si congeda infine svelando le sue caratteristiche: “Sono un attaccante da area di rigore, preferisco i cross alti su cui staccare di testa oppure l’ultimo passaggio filtrante per poter calciare di prima”.