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23 Dicembre 2024
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Fusari “ironman” all’Elba

Non conosce la fatica anche grazie alla famiglia

14 ore e 34 minuti per fare 3.8 km di nuoto, 180 di bici e ben 43.19 di corsa, sono questi i numeri di Paolo Fusari che, all’anagrafe, viene registrato come un classe 1967 anche se il suo fisico certo non lo dimostra.
Anzi il triatleta Paolo Fusari è come il buon… vino che, con gli anni che passano, migliora.
Nato a Bologna ma girovago per l’Italia seguendo gli impegni lavorativi del padre, si cimenta fin da piccolo nel nuoto e calcio, ma una volta trasferitosi a Padova inizia ad appassionarsi al tennis e lo pratica a livello agonistico al Cuver Padova vincendo anche alcuni tornei.
Poi, con la chiusura degli studi e la voglia di intraprendere una brillante carriera nel settore edile, ha deciso di abbandonare lo sport e di dedicarsi anima e corpo al lavoro.
Ma, come si dice, quando uno ha nel sangue lo sport non può rimanervi distante tanto e questo è il caso di Fusari che nel 2005 inizia a mettere le scarpe da corsa per mantenersi in forma e nel 2007, seguendo l’amico e commercialista Andrea Signaroli in un Iron Man, decide di impegnarsi e provarci anche lui.
– Si è iscritto subito in una società?
“Sì, mi sono iscritto con il Montecchio Triathlon ed all’inizio eravamo in 5 che si allenavano e le gare erano un momento di incontro, stimolo e socializzazione. Poi la società è diventata Triathlon Vicenza e l’interesse per questo sport e cresciuto negli anni in maniera esponenziale. Nelle prime gare a cui ho partecipato c’erano meno di 300 persone, oggi alle stesse competizioni ci sono oltre 1.500 atleti”.
– Quando ha fatto la sua prima gara?
“Nel 2009 sono partito con uno sprint a Sottomarina arrivando a metà classifica e, sempre nello stesso anno, ho fatto anche due olimpici (1.4 km di nuoto, 40 di bici e 10 di corsa) ed un medio (1.9 km di nuoto, 90 di bici e 21 di corsa) e, da allora, non ho mai smesso di gareggiare facendo all’incirca 7 o 8 gare all’anno”.
– Qual è il suo miglior risultato?
“Quest’anno l’ho ottenuto al medio di Arona dove sono arrivato diciottesimo di categoria, ma credo che la mia più grande soddisfazione sia stato concludere bene l’Elbaman e ricevere la medaglia da mia figlia Sofia di 8 anni”.
– Come è stata questa gara che è considerata una tra le dieci più difficili al mondo?
“Sicuramente non è stato facile per il dislivello in bici, ma posso dire che dopo un’ora di gara stavo già pensando ad iscrivermi alla… prossima. Essendo il mio primo Ironman mi sono un po’ frenato per essere sicuro di arrivare al traguardo: nella prossima competizione, invece, punterò a migliorare i tempi”.
– La famiglia è sempre presente?
“Certamente e a loro va il mio primo grazie perchè non mi hanno mai lasciato solo e per la preparazione di questa gara ho sacrificato molto tempo che avrai passato in famiglia. Ma mia moglie Nicoletta è la mia organizzatrice, prenota alberghi e gestisce la trasferta e mia figlia ha persino fatto l’Elbakids, 50 metri di nuoto, 1 km di bici e 500 di corsa arrivando terza su otto bambine iscritte”.
– Un episodio doloroso della sua carriera?
“Certamente il più brutto è stata la morte di u’amica con la quale ci si incontrava spesso, Linda Scattolin, che ha perso la vita mentre si allenava in bicicletta a Città del Capo: un pullman che trasportava una squadra di rugby si è cappottato investendo Linda ed una sua amica. Detto ciò non ho mai però nemmeno un attimo pensato di fermarmi e finchè avrò la determinazione e l’entusiasmo andrò avanti”.
– Un episodio bello della sua carriera?
“Ricordo con molto piacere una gara che disputai a Forte dei Marmi: dovevo fare l’olimpico il sabato e lo sprint la domenica. Mentre ero in bici sabato mi ha superato Alessandro Fabian, l’attuale numero 12 del mondo, che si stava allenando e mi ha detto: “Seguimi che andiamo a fare la gara insieme”, frase che non dimenticherò mai”.
– Per avere questi risultati quanto tempo dedica agli allenamenti?
“Dai 5 ai 6 giorni alla settimana: a pausa pranzo due volte mi dedico alla corsa mentre le altre al nuoto. Poi il sabato e la domenica, anche e soprattutto d’inverno, tanta biclicletta, dalle 4 alle 5 ore”.
– Il prossimo obiettivo?
“Sicuramente sto valutando la possibilità di disputare un altro Ironman, comunque non è ancora nulla di programmato perchè ora mi godo questo momento e con calma penserò al futuro”.

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