Il Panathlon corre al passo con i tempi e, nell’epoca del Coronavirus, si ritrova in una conviviale “virtuale” a parlare di sport a 360 gradi.
Tanti gli ospiti illustri di una serata speciale, andata in scena via Zoom, che è servita a riprendere i contatti dopo un periodo di lontananza forzata e che voleva essere il viatico per una graduale ripresa delle attività.
A dare il saluto di benvenuto il presidente Luigi Battistolli: “E’ un modo diverso di riunirci, ma anche questo è un momento di convivialità che dobbiamo apprezzare – ha esordito – Cercheremo di superare il periodo drammatico che abbiamo vissuto e che, fortunatamente, si sta aprendo ad una situazione che ci auguriamo migliore degli ultimi mesi trascorsi”.
A moderare l’incontro come sempre Marco Meletti che, seppur a distanza, coordina gli interventi ed offre spunti di riflessione ai soci collegati via web.
Si parte da Armando Merluzzi, presidente di Nuoto Vicenza Libertas: “In queste settimane la Federnuoto ha seguito con particolare attenzione lo sviluppo degli atti normativi – esordisce – sperando che la peculiarità della vasca, resa sicura dall’utilizzo del cloro, consentisse nuove aperture dopo lo stop forzato. Il problema, però, è aprire per pochi gli impianti, che sono davvero onerosi dal punto di vista della gestione e, nel frattempo, sono stati predisposti dei protocolli molto rigorosi e rigidi. Sono stati anche erogati degli incentivi in vista della prossima stagione a favore delle società per poter ripartire”.
La palla passa a Marcello Crosara, presidente del Settore agonistico della FIP, la Federazione pallacanestro: “Prima di arrivare a chiudere i campionati abbiamo verificato alla data del 4 marzo quante società si trovassero nelle zone rosse e abbiamo visto che si trattava del 60% – spiega – Di conseguenza c’era una certa difficoltà a far proseguire l’attività, che abbiamo deciso di interrompere dopo lo scoppio della pandemia a Bergamo e a Brescia. La ripartenza? L’ultimo consiglio federale di qualche giorno fa ha stanziato 6 milioni e 500mila euro a favore dei club, che comprendono una riduzione delle tasse da pagare e, in parte, premi per i risultati sportivi, oltre ad aver lasciato ai Comitati regionali la possibilità di intervenire a seconda delle necessità locali. La speranza è di ricominciare i campionati tra fine ottobre e i primi di novembre con la paura, però, è inutile nasconderlo, che un ritorno del virus possa stoppare nuovamente tutto”.
Marzio Innocenti, presidente regionale della FIR, mette invece in campo anche la sua esperienza di medico: “Come rugby siamo stati tra i primi a chiudere e anche ad essere criticati in tal senso – sottolinea – Spero tuttavia che come la Sars nel 2013 sia scomparsa, pur senza trovare un vaccino, lo stesso capiti per il Covid-19. E, come ha fatto il basket, anche la nostra Federazione ha stanziato una cifra di 2 milioni di euro a favore dei club. Certo, ci sono delle preoccupazioni, ma c’è grande voglia di ripartire. Le società medio-piccole, che si fondano sul volontariato, non avranno difficoltà a ricominciare l’attività. Maggiori problemi li incontreranno le squadre maggiori, le semi-professionistiche per capirci. Di certo il 2020-21 sarà una stagione di passaggio e transizione. Come sempre accade nelle grandi crisi, però, la dobbiamo trasformare in un’opportunità per cambiare e guardare avanti, come si evince anche dal mio programma elettorale per la presidenza della FIR nazionale. Quello che intanto posso dire è che il tessuto delle società venete è molto forte e questo ci fa guardare con un certo ottimismo al futuro”.
Dalla palla ovale a quella rotonda con Mimmo Di Carlo, allenatore del LR Vicenza Virtus: “Abbiamo trascorso due mesi davvero difficili – esordisce il tecnico – Abbiamo organizzato riunioni e fatto concentrare i giocatori sul loro lavoro. Sono state settimane motivazionali con obiettivi differenti: si rischiava infatti di perdere l’attenzione sugli aspetti basilari del nostro sport. Devo dire che i miei giocatori mi mancano tanto, però sono stati dei grandi professionisti. Ripartire? Bisognerà stare molto attenti e, al riguardo, ci sono dei protocolli onerosi dal punto di vista economico la cui cifra varia dai 110 ai 140mila euro. L’ultima parola spetterà al Consiglio federale della Figc che deciderà se e come riprendere. L’obiettivo è quello di tornare in campo e, per quanto riguarda la serie C, che ci riguarda da vicino, avendo la Lega votato la promozione delle prime in classifica dei tre gironi, tra cui il Vicenza, si potrebbe pensare ai playoff per determinare la quarta squadra per il salto di categoria”.
Dopo quanto successo è inevitabile la domanda: come si fa a superare il disagio del contatto fisico?
“Qui si apre un bel capitolo, che riguarda la testa. Adesso rimettere a posto la mente di ogni singolo giocatore e del gruppo è l’obiettivo di un allenatore e della società. Pertanto l’importante è stare vicini per far passare la paura e guardare avanti”.
Dal calcio alla pallavolo con Andrea Ostuzzi, presidente di Anthea Volley Vicenza, che commenta la recente nomina di Mariella Cavallaro a nuovo direttore sportivo del club: “Mariella Cavallaro ha dimostrato un attaccamento particolare al nostro progetto ed è stato naturale promuoverla sul campo – rimarca – Di fronte all’incertezza di questo periodo cerchiamo di guardare avanti. Dobbiamo lavorare e farci trovare pronti quando la situazione ci consentirà di tornare in campo. In queste settimane, però, ho riscoperto il grande valore dello sport. Ho visto tantissime ragazze, soprattutto le più giovani, soffrire durante il lockdown forzato. Di conseguenza abbiamo pensato di andare incontro alle famiglie in difficoltà delle atlete nate dal 2009 al 2015 con una riduzione della quota prevista per il mini-volley. D’accordo con Flavio Marelli, presidente di Anthea spa, abbiamo inoltre messo a disposizione un fondo per aiutare chi ha particolari problemi (e resterà nell’anonimato) e lo facciamo volentieri perchè nel mondo dello sport ho sempre trovato persone oneste che danno tanto”.
E tra le prime discipline a tornare in campo c’è stato il tennis: “Rispetto ai miei colleghi mi sento di rappresentare uno sport privilegiato – esordisce Gianni Milan, vice presidente nazionale della Fit – e non a caso i campi sono stati presi d’assalto. Del resto il tennis, per la sua specificità e le distanze, è ancora meno pericoloso che andare a correre: le possibilità di contagio si riducono praticamente zero considerando le dimensioni del campo e che l’avversario si trova al di là della rete. Intanto, è stato importante ripartire anche se non bisogna dimenticare le conseguenze che il blocco di tutta questa attività ha portato. La nostra Federazione si autofinanzia al 87% e oggi ci sono 170 persone in cassa integrazione, con qualche problema anche dal punto di vista morale. Non sappiamo quando riprenderà l’attività professionistica dei tornei. Da parte nostra c’è la speranza di recuperare gli Internazionali BNL d’Italia a settembre oppure ottobre: in che condizioni, però, non si sa. Nel frattempo abbiamo cercato di aiutare i circoli che sono poi i nostri azionisti. In tal senso abbiamo stanziato un contributo importante per l’attività giovanile, che viene resa di fatto gratuita ed è un messaggio molto forte che vogliamo dare”.
Ma hanno iniziato a rombare, seppur parzialmente, anche le moto come riferisce Emiliano Barban, delegato della Fmi di Vicenza e vice presidente del Panathlon: “Da una settimana abbiamo riaperto l’attività, in sicurezza – sottolinea – E domenica scorsa è stato bellissimo ritrovarci sulla pista di Albettone anche se, dopo sette o otto giri, molti si fermavano perchè i muscoli cominciavano a far male essendo restati così a lungo fermi. C’è da dire che, durante il periodo di lockdown, tanti dei nostri piloti si sono prodigati nel sociale portando a casa di chi era malato la spesa o le medicine. Ecco, per me è un vanto contare su persone del genere. Senza contare che un grosso camion carico di medicinali è partito per l’ospedale di Bergamo grazie alla donazione di un nostro socio a dimostrazione che lo sport è solidarietà”.
Ad essere messo metaforicamente ko dal Coronavirus è stato invece il pugile Luca Rigoldi: “Ad inizio marzo avrei dovuto difendere il titolo europeo dei Supergallo – spiega – e invece la pandemia mi ha costretto a rinviare tutto. Questa sera, però, voglio parlare di sogni, di obiettivi, di traguardi, non di difficoltà e per ripartire ci vuole un’elasticità mentale che la boxe insegna. Il protocollo sanitario per la ripresa rappresenta la parte didattica, che ci dà idee chiare in merito. Poi, però, ci sono l’esperienza del vissuto, il sesto senso, l’intuito di immaginare e di realizzare quello che gli altri non vedono. Io, come si dice in veneto, sono un… musso. Faccio lo sport con grande passione, capacità di lottare, di sacrificarmi e di andare avanti per trovarmi sempre due mosse avanti al mio avversario nella vita”.
Già, perchè essere sportivi, come sottolinea Marco Meletti, vuol dire avere la voglia di mettersi sempre in gioco.
“Luca Rigoldi è stato un esempio nel periodo difficile del lockdown trasmettendo attraverso i social un messaggio positivo – aggiunge l’assessore allo sport del Comune di Vicenza Matteo Celebron – Da parte nostra abbiamo lavorato molto sul tema dell’emergenza e sulle proposte per ripartire. Quello che mi dà più forza è l’impegno che gli sportivi vicentini hanno messo in campo con tantissime dirette. Sicuramente dovremo cambiare e adattarci ad una nuova normalità trasformando la città in una palestra all’aperto. Sul tema degli impianti al chiuso c’è invece grande incertezza e con l’assessore regionale Corazzari capiremo che cosa fare. Mi preme una volta di più sottolineare come lo sport, al di là dell’indotto economico, rivesta soprattutto un aspetto sociale: adesso è importante dare delle risposte alle famiglie ad esempio con i Centri estivi. L’augurio, poi, è che nasca unanime la volontà di sostenere l’attività di base e lo sport dilettantistico. Un grazie fin da ora va a tutti quegli sponsor, a cominciare da Luigi Battistolli a cui farei un monumento, che lo sostengono e possano continuare a farlo, magari con minor burocrazia. E, per concludere, ultimo ma non ultimo, il mio ringraziamento è per il Panathlon che, da sempre, imprime sostanza alle idee”.
Il saluto finale è affidato al presidente Luigi Battistolli che, nel ringraziare ospiti e soci, dà appuntamento alla prossima conviviale, probabilmente ancora virtuale, magari con gli altri due Panathlon della provincia: Schio/Thiene e Bassano del Grappa. ▶ Mimmo Di Carlo, allenatore del LR Vicenza Virtus
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