L’imprenditore, già giocatore, legò il suo nome agli anni d’oro della pallacanestro maschile
Parlare di Francesco Trivellato è facilissimo: tutto quello che è stato detto su di lui in questi giorni è vero, come una favola che si snoda lietamente a raccontare di una persona di speciale carisma. Così mi limito a scrivere della sua esperienza di pallacanestro, sport che mi lega a lui da sempre.
L’amore per il basket credo venga subito dopo la passione per la caccia ed i motori. Cominciò a giocare da giovanissimo sotto la guida di Mario Pellizzaro mio padre (fu allora che ci conoscemmo!) e di Aldo Romanato. Negli anni post bellici tre erano gli allenatori vicentini: Antonio Concato, stregato per la pallacanestro femminile; mio padre, classe 1922, giocatore-allenatore della Libertas e Aldo Romanato, classe 1932, fondatore dell’Araceli. Tutti i maschietti che volevano fare pallacanestro dovevano passare sotto le mani degli ultimi due.
Tra il babbo e Francesco nacque una grande simbiosi, favorita dalla capacità di empatia unica che li contraddistingueva.
Quando mio padre morì, Francesco, pur reduce da un grave incidente di macchina, volle presenziare alle esequie sia pure in braghe corte e con le grucce perchè aveva una gamba ingessata.
Francesco negli anni Cinquanta era già un fermento di uomo, dote che lo contraddistinguerà sempre. Riuscì a far entrare nel povero mondo della pallacanestro di allora il marchio Lambretta della famiglia Chiarello e i due marchi di casa Bertoldo: Portorico Caffè per le donne, Tostato Brasil per gli uomini che andò ad affiancarsi alla seconda squadra di Vicenza dopo la Libertas Recoaro.
Francesco Trivellato, a ridestare l’antica passione, rientra nel basket in veste di sponsor nel 1987 affiancandosi alla Pallacanestro Vicenza allora in serie C. Obiettivo la promozione che non fu centrata.
Nello stesso anno il Berton Dueville giocava in serie B appena conquistata, riuscendo a mantenere la categoria. Così nell’estate 1988 le due società pensarono bene di unire le loro forze creando un settore giovanile con i fiocchi tanto da raggiungere, come primo successo, il raggiungimento delle finali nazionali junior nel 1989 a Caorle. Certamente l’apporto di Francesco nell’occasione fu decisivo: con il suo entusiasmo e la sua personalità trascinò tutti ad inseguire il sogno di creare una grande società unita ed ambiziosa.
Per i senior si decise per una squadra più competitiva ed esperta che giocava a Vicenza col marchio Berton, allenata da Ivreo Carnaccini e per una molto giovane e di grandi speranze che giocava a Dueville in serie C con il marchio Trivellato, allenata da Bruno Badinotti.
L’anno dopo Trivellato diventò primo sponsor in serie B a Vicenza e lo fu per tre anni dal 1989 al 1992. Arrivò nello stesso anno 1989 alla corte vicentina come coach Valter Deanesi; l’anno dopo toccò ad Aldo Ermanno. Col ritorno in panca nel 1991 di Deanesi la società varò lo squadrone che aveva come obiettivo dichiarato la promozione in Serie B1, allora supercampionato a girone unico. Dopo aver dominato il torneo, la Trivellato ai play off fallì l’obiettivo perdendo la finale con Pesaro, complice l’infortunio gravissimo al ginocchio di Paolo Uniti che di fatto aveva estromesso una delle pedine cardine di quella squadra.
Il resto è noto: si arrivò lo stesso alla B1 grazie alla fusione con la Virtus Padova, ma Trivellato verrà sostituito come sponsor principale da Fracasso. Francesco continuò a far parte del direttivo – ne era indiscutibilmente l’anima – che conquisterà la serie A2. Il suo marchio continuerà a sostenere le squadre giovanili. Nel 1997 Francesco uscì dalla società, nel frattempo tornata tutta vicentina, dopo il divorzio da Padova, ma la sua generosità in fatto di settore giovanile non venne mai meno, con riguardo a Dueville, la società d’origine di Claudio Ferraboschi, il capitano, amministratore delegato dell’azienda. Quando due anni fa morì Gianfranco Barbiero, fui immediatamente raggiunto da una telefonata di Francesco con cui mi preannunciava la volontà di sponsorizzare il primo torneo in onore di Gianfranco, che era stato suo giocatore, e di elargire una borsa di studio per tre studenti cestisti meritevoli della scuola media “Roncalli” di Dueville.
Questo a conferma dello spessore umano e generoso di un uomo che ho avuto il privilegio di frequentare a lungo. Anche nei momenti difficili degli ultimi anni, la sua mente sempre lucidissima mai ha smesso di dispensare saggezza, umorismo, ironia.
“Think big, Pelassier” mi diceva.
Ad maiora Francesco, lassù a correre libero con i tuoi cani, ad abbracciare la bellezza dei pascoli del cielo. Per sempre in amicizia