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23 Dicembre 2024
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CALCIO – Due sedi e nuove regole per i camp estivi proposti dal LR Vicenza

Da sinistra Lorenzo Simeoni, Giuseppe Magalini e Michele Nicolin

 

Si torna in campo! A giocare con il pallone, ma anche a riprendere quella normalità che, dopo i mesi del lockdown, sembra un qualcosa sempre più difficile da ritrovare.
Lo sanno bene anche i dirigenti del LR Vicenza che, nonostante le difficoltà dovute ai nuovi protocolli per la pratica dell’attività di settore giovanile, hanno fortemente voluto i Camp estivi, un appuntamento ormai tradizionale dell’estate di centinaia di ragazzi di città e provincia.
“Rivisitata” la formula nel rispetto delle nuove regole di distanziamento e sicurezza, ecco dunque una proposta rivolta a ragazzi e ragazze dai 6 ai 15 anni.
Si partirà lunedì 29 giugno nelle due sedi del Divi di Altavilla Vicentina e dello Sporting 55 di Romano d’Ezzelino e si proseguirà fino al 31 luglio. A presentare l’iniziativa il direttore sportivo biancorosso Giuseppe Magalini, il responsabile del settore giovanile Michele Nicolin e Lorenzo Simeoni, allenatore dell’Under 17 e coordinatore tecnico del vivaio della società.
“Siamo felici come società di essere riusciti a organizzare questi centri estivi a cui tenevamo particolarmente. Il numero dei partecipanti dipenderà un po’ da quelle che sono le esigenze organizzative e strutturali per far lavorare al meglio i ragazzi, seguendo le normative attuali. Credo che sia un’iniziativa da premiare ed elogiare, soprattutto in questo momento perché permette di far tornare i bambini alla normalità e far fare loro ciò che vogliono, ovvero giocare a calcio. Nello stesso tempo è un modo di dare un importante sostegno alle famiglie. Come LR Vicenza siamo felici e orgogliosi di questa iniziativa che il settore giovanile si è fatto carico di portare avanti.
La palla o, meglio, la parola passa a Lorenzo Simeoni: “Questi centri estivi sono un grande motivo di soddisfazione: quando parlavamo con tutti coloro che dovevano mettere in piedi questa avventura, ci siamo detti che Vicenza deve esserci. Nel momento in cui ci sono state le condizioni per realizzare un servizio che ci veniva richiesto dalle famiglie, abbiamo capito di non poterci sottrarre. Stiamo ancora… correndo per organizzare tutto in pochissimo tempo perché le linee guida ci sono state date solo pochi giorni fa e abbiamo dovuto metterci in pari con quanto ci veniva richiesto. Siamo usciti martedì con il volantino, ma avevamo già delle prenotazioni perché avevamo contattato i nostri tesserati e anche i nostri ex iscritti degli anni precedenti che continuavano a chiedere informazioni. E’ un camp in forma ridotta: abbiamo dovuto rinunciare ad alcune sedi che ci promettiamo di riproporre per le prossime edizioni”.
– Ma come si svolgeranno in maniera pratica i Camp?
“Ci atterremo alle linee guida che ha emanato la Federazione – spiega Simeoni – sia in termini di precauzioni che di esercitazioni che per ora saranno di uno sport di squadra gestito però a livello individuale, fino a quando speriamo possa arrivare un nuovo dpcm che permetta anche ai bambini di tornare veramente a giocare in gruppo. L’importante era restituire il calcio ai ragazzi che in questo periodo sono stati quelli più penalizzati”.
– I numeri?
“I Camp saranno a numero chiuso: nella prima settimana partiamo con 60 posti a Altavilla e 40 allo Sporting. Successivamente, testando un po’ tutto, valuteremo se aumentare i numeri, mantenendo sempre la sicurezza richiesta. Abbiamo già dei bambini in lista d’attesa per la prima settimana al Divi mentre a Romano c’è ancora spazio e ricordo che le iscrizioni sono aperte. Non abbiamo praticamente variato il prezzo rispetto all’anno scorso grazie agli sponsor e alla società che ne ha fatto una mission andando incontro ad un’ esigenza che ci era richiesta dalle famiglie, senza gravare ulteriormente sui costi. E, appena abbiamo avuto l’ok,i nostri whatsapp si sono intasati dalle richieste perché c’è grande voglia di ripartire e credo che anche il pallone aiuterà a far uscire i bambini dalle paure.
E proprio sui valori dell’iniziativa, al di là di quelli sportivi, si sofferma Michele Nicolin: “Mai come quest’anno il camp ha un grandissimo valore sociale – rimarca – Come Lanerossi Vicenza vogliamo mettere a disposizione il camp come un dono e una liberazione che ci erano richiesti dalle singole famiglie, sono convinto che mai più di quest’anno questa attività sarà un servizio. Noi speriamo di essere all’altezza, crediamo di poterlo essere, aspettando la definizione delle norme, faremo il massimo per rendere questi centri estivi gioiosi anche qualora ci dovessero essere delle restrizioni. Come avevamo già avuto modo di sottolineare l’anno scorso il settore giovanile del Vicenza apre le porte a tutta la città e alla provincia affinché questi bambini, che rappresentano il futuro della società civile, abbiano la possibilità di indossare la maglia biancorossa e di innamorarsi del Vicenza”.
A rendere possibile i camp anche il supporto degli sponsor: “Meritano una particolare attenzione – prosegue Nicolin – i partner che ci stanno accompagnando in questa avventura che è stata completamente modificata rispetto a come l’abbiamo disegnata a dicembre/gennaio. Vorrei ringraziare personalmente per la vicinanza e la passione dimostrata i qui presenti Sergio Bassan di Bassan Trattori e Gionatan Panciera di Vi Wine, ma anche la Banca San Giorgio Quinto Valle Agno nella figura del vice direttore Mauro Meneguzzo, la Centrale del Latte di Vicenza, Askoll e Omnia International. Ringrazio tutti quanti di cuore, ringrazio il ds Giuseppe Magalini perché ci sostiene sempre nelle nostre attività e oltre ad avere un occhio calcistico di altissimo livello, ha molta attenzione nei confronti delle iniziative che andiamo a fare. Ringrazio la proprietà, Paolo Bedin, Lorenzo Simeoni che con grande passione insieme con Sara Vivian, Nicola Rossi e Alice Sammarco sono sempre stati in trincea per fare il possibile affinché si potesse organizzare questi camp”.
– Le difficoltà maggiori che avete incontrato?
“Le restrizioni che hanno riguardato il calcio dei grandi sono state ancora più severe per il calcio giovanile. I vivai non sono strutturati per far fronte a delle emergenze simili. Paradossalmente anche i protocolli proposti dalle istituzioni sono stati più rigidi per noi. A un certo punto era davvero impossibile pensare di tornare in campo, questo ci ha fatto fermare e decidere di partire solo quando avremmo avuto delle certezze di fare le cose nel modo corretto.
– Per molti bambini si tratterà di una sorta di ritorno alla normalità dopo il periodo di lockdown, magari ancora con qualche paura. Voi come cercherete di gestirlo?
“Spesso abbiamo parlato di questo con Lorenzo e ci siamo confrontati anche con Giuseppe Magalini. In questi mesi abbiamo tenuto un contatto molto forte anche dal punto di vista dei collegamenti video con i ragazzi, siamo sempre stati vivi e continuiamo ad esserlo. Ciò nonostante ci aspettiamo di vivere delle difficoltà o inconvenienti dovuti ad aspetti di ansia o paura. Per questo ci dovremo far trovare pronti e abbiamo messo a disposizione figure come psicologici e mental coach che vanno anche al di fuori dell’aspetto tecnico, sempre pronti a darci un mano per affrontare eventuali criticità”.
Al Divi di Altavilla, la prossima settimana, ci sarà tra gli altri allenatori Toto Rondon mentre è possibile, una volta rientrati dalle vacanze, la presenza di giocatori della prima squadra.

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