Il 5-6 settembre 2020, sul versante del Monte Marana, Gianmarco Zecchin ha percorso 78km 9232m di dislivello, completando così la sua sfida all’ EVERESTING. Molti parleranno di pazzia, ma sono migliaia le persone che tentano l’impresa e pochi gli atleti a riuscirci realmente!
Ma cos’è l’EVERESTING?
E’ una sfida in cui un ciclista o un Trail Runner è chiamato a scegliere una salita, quella che preferisce, da percorre ripetutamente fino a raggiungere gli 8,848m di salita pari all’altezza del monte Everest.
L’impresa va compiuta in una sola volta, sempre sulla stessa strada. Una sfida fisica ma soprattutto mentale che richiede dedizione, concentrazione, allenamento e perseveranza.
Nel mondo gli sfidanti all’Everesting sono migliaia, però nel mondo Run si possono contare solamente 250 nella Hall of Fame e in Italia, 30!
Una sfida unica alla ricerca del limite che ha portato Gianmarco a provare questa impresa nell’alta Valchiampo. Partito in tarda serata di sabato 5 Settembre ha percorso il segmento Gebbani-Marana 2,6 km 623D+ per ben 15 volte concludendo tra gli abbracci degli amici del Durona Team alla sera di domenica 6.
23:36:00 il tempo che ha impiegato per raggiungere l’obiettivo Everesting ed entrare nella Hall of Fame mondiale!
Ecco come ci ha raccontato la sua impresa: “Era da un po’ di tempo che cullavo questo sogno, ma non riuscivo a trovare le soluzioni giuste per provarci. Alla fine capendo che pronti per un viaggio così non si può esserlo realmente ho deciso di provarci. Poi avevo questo 2020 da far girare in positivo dopo svariati avvenimenti pesanti accaduti”.
Affrontare 8848m di dislivello, però, sembra impossibile…
“Detta così sembra impossibile, ma ora direi che tutto si può fare anche se prima del 6 settembre qualche dubbio ce l’avevo. Quello che rende questa sfida “impossibile”, oltre al dislivello, è la ripetitività del percorso, salire e ridiscendere sempre lo stesso tratto di montagna a livello mentale è impegnativo. Io, come ho detto ai ragazzi del team, ci ho provato e provarci non costa nulla e forse è questo non provarci che ci limita nei nostri successi. Il bello del Trail Runner è la ricerca del proprio limite. E’ con questo pensiero che ho affrontato questa sfida, provare a raggiungere gli 8848m D+ e, se non ci fossi riuscito sarebbe stata una bella esperienza comunque”.
Invece, seppur con un infortunio a metà percorso, è riuscito a raggiungere l’… Everest
“Non son mai stato bravo a pianificare le mie gare, ma questa volta mi ero messo dei paletti, degli obiettivi di tempo. Concludere le prime 5 risalite (3000D+) sotto le 7 ore, e via via. Tutto era perfettamente nei tempi prestabiliti, se non in anticipo: a metà mattina salivo per concludere l’ottava risalita e contavo di far la decma entro le 12.30. Non avevo fatto i conti con gli imprevisti, nel mio caso una forte distorsione. A quel punto le cose sono cambiate e anche i pensieri in testa, più difficili da controllare”.
E come é riuscito a percorrere altre sette volte Cima Marana dopo l’infortunio?
“Bella domanda, non lo so ancora. Sicuramente il segreto per le gare endurance è il pensar positivo, ma si sa anche che alle volte la testa è difficile da controllare. Dal momento dell’infortunio ci son volute tre risalite per risistemarla o, meglio, per accettare la situazione. Le ore cominciavano ad esser tante, i chilometri sulle gambe di più e il dislivello aumentava. Insomma la fatica generale c’era, accrescita dal dolore. La svolta è stata la 12^ risalita, quella infinita, dove non ce la fai più, dove pensi: Beh, dai, ho già fatto tanto 60km 7400 D+ se mi fermo non muore nessuno. Ma poi ti prendi un po’ di tempo per liberare la testa e ritrovi le motivazioni giuste!”
Quanto è stato importante l’aiuto dei compagni diel team?
“Posso dire con certezza che l’aiuto degli amici è stato fondamentale! E’ vero anche che in certi momenti c’è bisogno di isolarsi da tutto e da tutti per riuscire a ritrovar la serenità mentale che, come già detto, alle volte finisce per perdersi! Nelle ultime risalite ho avuto Dennis come “Pacer” e se trovi un amico così a farti il passo tutto vien più semplice”.
Cosa consiglia a chi ha in mente di provare l Everesting?
“L’unico consiglio che posso dare è quello di divertirsi e arricchirsi da questa esperienza. Non essendo una gara non si hanno tempi da rispettare, salvo la continuità: quindi ci si può prendere tutto il tempo che si vuole per concludere il percorso. Poi, posso dire che l’Everesting non è una passeggiata sicuramente, questo è sicuro, ma nel mio caso è stata una rivincita personale. Si vede sempre nelle altre persone il meglio, ma alle volte il meglio è solo di colui che ci ha provato, quindi provarci è d’obbligo, che sia un Everesting o una 5 km, che sia una sfida personale o lavorativa! Una buona parte del successo finale è la motivazione con cui si va ad affrontare la sfida e io l’avevo”.
Ha già fissato altri obiettivi per il futuro?
“Per ora mi gusto il recupero, poi ci sarà ‘ inverno per lavorarci, ma penso proprio che per il 2021 organizzerò un’altra bella sfida. L’asticella l’ho spostata più in alto con questo Everesting, chissà che non mi salti l’idea di provare un… doppio Everesting!”.