Dopo i nuovi attaccanti e il portiere ecco il centrocampista, che risponde al nome di Jacopo Da Riva, classe 2000, arrivato in prestito dall’Atalanta.
Nella passata stagione con la maglia nerazzurra ha avuto modo di esordire in serie A e pure in Champions League, niente di meno che contro il Paris Saint-Germain (“Un’esperienza bellissima e inaspettata”)
Trevigiano di Pieve di Soligo, é cresciuto nella Pievigina, per passare poi al Montebelluna per due anni, al Pordenone per uno prima di approdare all’Atalanta.
E adesso il Vicenza: “Una società con dei valori forti, che ha grandi obiettivi – esordisce – Qui sono passati grandi campioni, Vicenza ha una storia e una maglia affascinante, che voglio scoprire meglio. Il gruppo è buono, sono ragazzi semplici ma con valori, c’è un bel mix tra giovani e giocatori d’esperienza. Ci alleniamo con intensità e buoni carichi di lavoro. Io avevo già iniziato la preparazione con l’Atalanta da tre settimane, disputando anche qualche amichevole e fisicamente sto bene”.
L’obiettivo é semplice: “Aiutare e mettermi a disposizione della squadra”
Lui si descrive così: “Sono un centrocampista duttile, posso giocare con i vari moduli, a 2 a 3, sia come mediano che come mezzala. Non un ruolo ben preciso, ma mi metto a disposizione del tecnico e dove mi posiziona io mi adatto. Certo, a livello fisico devo ancora crescere, all’Atalanta ho imparato molto a livello tecnico e tattico: mi piace giocare, tuttavia sono consapevole che nel calcio di oggi bisogna metterci corsa, fisico, intensità, recupero palla e cattiveria agonistica. Da piccolo giocavo sulla trequarti, oggi cerco di attaccare l’area anche se devo ancora migliorare in fase realizzativa. Ho fatto progressi nel recupero palla e nell’essere propositivo anche nell’ultimo passaggio. Obiettivo Under 20? Mi piacerebbe molto e cercherò di conquistare la maglia azzurra”.
Nonostante abbia già bruciato le tappe Jacopo cerca di mantenere i piedi per terra e di guardare al futuro giorno dopo giorno, senza mollare di un centimetro.
Infine, racconta così il segreto del settore giovanile dell’Atalanta: “Il tanto lavoro mantenendo sempre un profilo basso, pur ottenendo risultati enormi, sia a livello di vivaio che di prima squadra”.