(p.a) Dopo mesi trascorsi a lavorare da casa o, comunque, a… distanza ci siamo trovati catapultati in questi giorni a raccontare i fatti di nuovo dal vivo, con le emozioni che a volte prendono il sopravvento sulla cronaca e il cuore sulla ragione.
Sono stati in migliaia a voler rendere oggi, dal primo pomeriggio fino a sera, l’ultimo saluto a Paolo Rossi.
C’erano le televisioni di tutta Italia in diretta dal Menti, i cronisti, i fotografi.
E poi c’era la gente comune in una lunga interminabile fila, commossa, composta, con gli occhi lucidi e con l’animo colmo di tristezza. Un vuoto che si aggiunge ai tantissimi di questi mesi e degli ultimi giorni, ma che pesa come un macigno.
Non sappiamo se le foto riescono a trasmettere a chi non c’era l’affetto palpabile che si respirava al Menti fino a quando le fiammelle, 64 come gli anni di Paolo, hanno accompagnato il feretro all’uscita dello stadio, il suo stadio, verso l’ultimo viaggio.