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22 Dicembre 2024
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Il Park World Tour Italia si tinge d’azzurro: Scalzotto e Dissette ai Mondiali Junior di orieenteering

Si veste d’azzurro il Park World Tour Italia, la società di orienteering di Alonte che vede due sue giovanissime portacolori impegnate ai Mondiali Junior di corsa orientamento, in programma in Turchia nella provincia di Kocaeli e che prenderanno il via domenica 5 settembre con la prova sprint.

Saranno Annarita Scalzotto, vicentina di Orgiano (ma nata a Noventa!) e la bolognese Giulia Dissette le atlete impegnate in una  manifestazione che vedrà in gara le migliori specialiste della disciplina.

Grande entusiasmo e voglia di mettersi in gioco per le nostre atlete, che alla vigilia del debutto si sono raccontate così.

Iniziamo da Annarita Scalzotto, nata il 19 giugno 2002 a Noventa Vicentina.

“ Abito a Orgiano, nel Basso Vicentino. Ho frequentato il liceo linguistico Pigafetta a Vicenza e a giugno ho preso la maturità. Le lingue in generale mi affascinano, ma la mia grande passione è la letteratura: infatti tra poco comincerò il corso di lettere moderne all’università di Trento.

Pratico l’orienteering e mi alleno quasi ogni giorno. Mi piace moltissimo e mi regala spesso soddisfazioni, come questa convocazione in nazionale”.

 

Come hai scoperto l’orienteering e perché?

“È stato mio papà ad introdurmi nell’orienteering. Ho iniziato alle elementari con qualche gara promozionale e poi alle medie un po’ più seriamente, entrando a far parte dell’Arces OK con Tiziano Zanetello come allenatore. È stato lui il mio primo mentore e gli devo molto in in fatto di esperienza ed insegnamenti. Dopo l’Arces sono passata all’Erebus orientamento Vicenza, dove ero seguita da Cristian Bellotto, ed infine PWT Italia, la mia attuale squadra”.

 

Che cosa ti è piaciuto e quando hai deciso di praticarlo a livello agonistico?

“Appena ho iniziato a gareggiare correvo solo con mio papà, perché avevo paura di… perdermi. Poi ho iniziato con le competizioni da sola: era più bello e mi sentivo più forte. Le prime vittorie mi hanno spronata a continuare su quella strada e ad allenarmi seriamente”.

 

I migliori risultati raggiunti in carriera e quelli di quest’anno?

“Ho vinto diverse gare del circuito di Coppa Italia, ma non ho ancora guadagnato un titolo italiano vero e proprio. Le migliori gare che ricordo sono state sicuramente le due sprint a Bardolino e Riva del Garda, ultime due prove di Coppe Italia della stagione 2019. Ero finalmente in ottima forma fisica, dopo diversi mesi di stop a causa di un infortunio, quindi sono state vittorie che hanno ripagato la mia perseveranza. A maggio di quest’anno, poi, è arrivata la convocazione in nazionale élite ai Campionati Europei in Svizzera, un traguardo e allo stesso tempo punto di partenza importante nella mia carriera sportiva”.

 

Cosa ti aspetti dalle prossime gare?

“Purtroppo, in seguito ad un infortunio che mi ha tenuto ferma dagli allenamenti per due mesi, non sono riuscita ad allenarmi come avrei voluto, quindi non mi sento al massimo della forma fisica. Cercherò di non farmi condizionare da questo e di cercare di dare comunque il massimo. Mi sono preparata per tutta la stagione a questo evento e ora che ci siamo mi sento pronta e motivata. La stagione è ancora lunga e la mia carriera sportiva è solo all’inizio, prendo il Mondiale come un bagaglio di esperienza che mi porterò con me per sempre”.

 

Vestire la maglia azzurra cosa rappresenta: la prima volta in nazionale quando è stata?

“È un grande onore e mi sento veramente grata sia alla Federazione sia alle persone che mi hanno aiutata ad arrivarci sia a me stessa. La prima volta in nazionale è stata nel 2017 quando a 15 anni ho partecipato ai Campionati europei giovanili in Slovacchia: allora ero ancora abbastanza inesperta rispetto al mondo internazionale dell’orienteering, ma da lì in poi ho iniziato a prendere coscienza di me stessa e ad allenarmi con costanza e serietà”.

 

Gli obiettivi a medio e lungo termine

“Ora che sono stati confermati, uno degli eventi a cui punto di più a medio termine sono i Campionati Europei élite che si disputeranno nei dintorni di Vicenza tra due anni. Spero per quell’occasione di essere migliorata tanto ed essere in grado di competere testa a testa con le atlete più forti al mondo, sui terreni del mio paese natale. L’obiettivo a lungo termine, invece, è sicuramente quello di diventare campionessa mondiale”.

 

Cosa occorre per essere bravi in questo sport: le tue migliori qualità e in cosa devi invece migliorare?

“Mi sento una persona determinata, che non ha paura di puntare in alto e che prende i propri obiettivi seriamente. Devo però imparare a fermarmi quando il mio corpo mi dice che è il momento e non superare i miei limiti fisici, accettare che non si può avere tutto subito e che le cose prima o poi arrivano quando è il tempo giusto”.

 

Il tuo sogno nel cassetto?

“Aspiro a diventare un’atleta di professione e, quando la mia carriera sportiva sarà finita, spero di diventare una brava giornalista”.

 

Se dovessi fare uno spot dell’orienteering perché lo consiglieresti e, in particolar modo, ai giovani o anche a chi ha qualche anno in  più?

“Se ami l’avventura e l’imprevedibilità, se ti piace correre e sei bravo ma non vuoi limitarti ad un campo d’atletica, se la natura ti fa sentire bene e se viaggiare è il tuo forte vieni a provare l’ orienteering e vedrai che te ne innamorerai”.

 

Giulia Dissette è nata a Bologna il 19/10/2002, attualmente abita a Sasso Marconi, in provincia di Bologna e da quest’anno fa parte del Park World Tour Italia.

“Ho frequentato un liceo delle scienze applicate, l’ISS Luigi Fantini, che ho concluso quest’anno e ora programmo di frequentare l’università a Bologna – si racconta – Selezioni permettendo, vorrei iscrivermi alla facoltà di Biotecnologie o Biologia in quanto sono sempre stata affascinata dagli studi sul mondo naturale.

Oltre all’orienteering, amo la fotografia, che in questo ultimo periodo ho purtroppo un po’ abbandonato, ma che ho intenzione di riprendere al più presto.

Lo sport è sempre stata una mia passione, fin da quando ero piccola, infatti ho provato una grande varietà di discipline, arrivando solo verso i 15 o 16 anni a scegliere l’orienteering”.

 

Come hai scoperto l’orienteering e perché?

“Ho scoperto questo sport grazie a mio padre che, praticandolo, mi ha sempre portata alle gare fin da quando ero piccolissima, sperando che una volta cresciuta mi sarei appassionata anche io e, infatti, così è stato. A 6 o 7 anni ho iniziato a fare i primi percorsi (ovviamente accompagnata) e, se non ricordo male, ho corso la mia primissima gara da sola in quinta elementare, a Levizzano Rangone.

In questo periodo in realtà consideravo l’orienteering un po’ come il mio secondo sport perché dedicavo tanto tempo al pattinaggio, che ho praticato per quasi cinque anni”.

 

Che cosa ti è piaciuto e quando hai deciso di praticarlo a livello agonistico?

“Di questo sport mi sono sempre piaciute le sensazioni che riesce a farmi provare. Più o meno in seconda media ho smesso con il pattinaggio e ho deciso di dedicarmi quasi completamente all’orienteering. Mi piaceva essere a contatto con la natura (anche oggi prediligo le gare nei boschi piuttosto che le sprint!), e mi piaceva l’idea di dover usare la testa per vincere, il fatto che non fosse solamente una questione di allenamento fisico ma l’unione di tante abilità che, sommate, ti portano ad ottenere il risultato. Non ho mai amato veramente correre, tuttavia amavo il mio sport, quindi ho iniziato ad allenarmi con una società di atletica (il CSI Sasso Marconi) quando mi sono accorta che senza la componente atletica iniziava ad essere difficile essere competitivi. Direi quindi che, se già alle medie praticavo l’orienteering a livello agonistico, solo dai primi anni delle superiori ho iniziato a dedicarmici con una certa serietà”.

I migliori risultati raggiunti in carriera e quelli di quest’anno?

“L’anno scorso è stato particolare. A causa del Covid ci sono state solo sei competizioni a livello nazionale e ho avuto la grande soddisfazione di vincerle tutte. Ho quindi ottenuto i titoli di campionessa italiana sprint, middle e long nella categoria W18. Quest’anno sono passata alla W20, dove mi sono dovuta confrontare anche con le ragazze di un anno più grandi. Non ho bissato i risultati della passata stagione, però sono comunque molto contenta delle gare svolte e del titolo di campionessa italiana middle che ho vinto nella foresta del Cansiglio”.

Cosa ti aspetti dalle prossime competizioni?

“Mi aspetto tanta competitività da parte delle mie avversarie, il che rende tutto più divertente e imprevedibile. Da parte mia, invece, spero in qualche buon risultato”.

Vestire la maglia azzurra cosa rappresenta: la prima volta in nazionale quando è stata?

“Indossare la maglia azzurra è molto emozionante per me. Ho avuto la prima e unica esperienza in nazionale nel 2019 quando ero in terza superiore e ho partecipato agli ISF, i Campionati mondiali studenteschi in Estonia. È stata una bella esperienza, utilissima per confrontarmi con le atlete di altre nazionalità e capire quale fosse il mio livello”.

Gli obiettivi a medio e lungo termine?

“Partecipare ai JWOC dell’anno prossimo è sicuramente uno di questi. Quest’anno ho avuto alcuni momenti in cui ho un po’ mollato gli allenamenti e so che non avrei dovuto: per il futuro programmo di allenarmi meglio e di arrivare pronta alle competizioni nazionali e, nel caso, a quelle internazionali. Gli obiettivi a lungo termine li devo ancora definire al meglio. Voglio sicuramente continuare ad essere competitiva a livello nazionale e a partecipare a competizioni internazionali. Per quanto riguarda i risultati credo di avere bisogno di ancora un po’ di tempo per definirli”.

 

 Cosa occorre per essere bravi in questo sport: le tue migliori qualità e in cosa devi invece migliorare?

“È importantissimo esserci sempre con la testa. Anche quando si sbaglia non bisogna lasciarsi abbattere o distrarre dall’errore, ma metterselo alle spalle e guardare avanti. In questo credo di essere piuttosto brava. Poi la componente tecnica e la componente fisica sono importanti allo stesso modo. Ho ancora tanto da migliorare, ma la tecnica è sicuramente il mio punto di forza. Fisicamente so di essere un passo indietro rispetto alle altre, infatti è proprio ciò su cui voglio lavorare in particolar modo”.

Il tuo sogno nel cassetto?

“Non ho un vero e proprio sogno nel cassetto. Spero di poter vivere delle belle esperienze a livello internazionale. Sarebbe molto bello ottenere qualche piazzamento importante, ma so che ho ancora tantissimo lavoro e miglioramenti da fare. Vorrei comunque arrivare a chiudere delle gare di cui posso definirmi pienamente soddisfatta”.

Se dovessi fare uno spot dell’orienteering perché lo consiglieresti e, in particolar modo, ai giovani o anche a chi ha qualche anno in  più?

“L’orienteering è uno sport che ti coinvolge a 360 gradi. Tiene allenato il corpo ma soprattutto, la mente. Ti permette di mettere in gioco tantissime abilità, dalla velocità di lettura alla capacità di fare scelte all’agilità (necessaria per muoversi nel bosco) e perfino all’equilibrio. Ciò che mi piace di questo sport è anche la libertà che ti concede. Quando devi decidere come arrivare da un punto all’altro, non c’è una scelta giusta o una sbagliata, ognuno è libero di scegliere la strada che crede essere più veloce, affinando poi l’occhio con l’esperienza. Non è uno sport immediato come tanti altri e, anche se all’inizio può sembrare complicato, con il tempo regala tantissime soddisfazioni”.

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