CALCIO SERIE C NOW – E venne il giorno in cui i tifosi del LR Vicenza persero la pazienza!
La sconfitta casalinga con il Mantova, oltre ad aver sancito in una voragine il distacco dalla vetta, ha messo la parola fine alla sopportazione dei sostenitori biancorossi che, a fine partita, hanno dato vita ad una contestazione civile quanto eloquente nelle sue ragioni.
Davanti al portone del Menti chiedono ed ottengono di parlare, oltre che con il direttore generale Rinaldo Sagramola e con il ds Luca Matteassi, con i giocatori.
“Basta, ci siamo rotti i c… – l’incipit – Vi abbiamo sempre sostenuto, non siamo mai venuti a contestarvi durante gli allenamenti, ma adesso basta. Questo stadio ha visto, in tutta la sua lunga storia, calciatori andare in campo per delle battaglie. Voi, schemi a parte, non avete coraggio, voglia, determinazione: non siete degni di vestire questa maglia. Adesso basta con le parole, con le frasi fatte: dovete soltanto sputare sangue e dare il massimo per non ripetere altre figuracce come quella di oggi con il Mantova. Perchè non possiamo più chiedere ai tifosi di fare sacrifici per sostenere una squadra come questa. Onorate la maglia che indossate e smettetela di fare la bella vita a Bassano (ndr. dove il Vicenza si allena)”.
Tutto legittimo, sacrosanto, a cominciare dalla mancanza di personalità di una formazione che invece della corazzata accreditata (ancor oggi) dagli addetti ai lavori per dominare il campionato sembra una… corazzata Potëmkin!
Detto che ognuno debba svolgere il suo lavoro e tocca non certo ai giornalisti fare il calcio mercato, dopo tanti anni di pallone visto e seguito per mestiere e non da tifosi, restiamo della prima idea che ci era balenata di questo Vicenza: una squadra non molto diversa da quella degli anni precedenti.
Era ancora il mese di agosto, quando in estate sogni ed illusioni sono una chimera troppo facile per essere inseguita. Però quella prima impressione, a caldo, settimana dopo settimana, si materializzava in risultati altalenanti, in sconfitte spesso inopinate e inopinabili, in una quadratura del cerchio che da parte di Aimo Diana, l’allenatore che doveva essere l’artefice della risalita dalla serie C viste le ultime promozioni, non arrivava, anzi, andava avanti in tentativi nel trovare una fisionomia alla squadra.
E qui, come scriviamo in chiusura della cronaca della sfida con il Mantova, le ipotesi sono due: se il Vicenza era lo squadrone che doveva ammazzare il campionato il problema é legato alla guida tecnica. Se invece l’allenatore non si discute da rivedere sono i… giocatori e le cose allora si complicano ancora di più.
Una terza ipotesi? Come dicevano i nostri padri latini, e prima ancora Aristotele nella sua Metafisica, “Tertium non datur”.
Ma forse non è il caso di fare filosofia: il calcio è un gioco e ha delle regole semplici. Basta applicarle ed il rispetto é una di queste!