Trento – LR Vicenza 4-1
Trento – Russo; Frosinini, Ferri, Vitturini, Obaretin; Di Cosmo (dal 90′ Brevi), Sangalli, Vaglica; Anastasia (dal 69′ Petrovic), Rada, Attys (dal 69′ Terrani). A disposizione: Pozzer, Di Giorgio, Trainotti, Pasquato, Galazzini, Ruffato, Barison. Allenatore: Bruno Tedino
LR Vicenza – Massolo; De Col, Laezza, De Maio (dal 46′ Golemic), Greco (dal 66′ Costa); Ronaldo (dal 46′ Proia), Rossi, Tronchin (dal 46′ Talarico); Della Morte (dal 46′ Pellegrini), Jimenez; Ferrari. A disposizione: Confente, Siviero, Fantoni, Ierardi, Lattanzio, Sandon, Valietti, Cavion. Allenatore: Aimo Diana
Marcatori: 21′ Rada (T), 26′ Ferrari (LRV), 40′ Attys (T), 41′ Anastasia (T), 70′ Petrovic (T)
Arbitro: Ermes Fabrizio Cavaliere di Paola, assistenti Massimiliano Starnini di Viterbo e Markiyan Voytyuk di Ancona, quarto uomo Alessandro Pizzi di Bergamo
Ammoniti: Rada (T), Rossi (LRV), Greco (LRV), Anastasia (T)
Angoli: 4-4
Spettatori: 1700, di cui 450 ospiti
Note: giornata soleggiata, terreno in discrete condizioni
CALCIO SERIE C NOW – Scriviamo questo commento, anzi a caldissimo, con il LR Vicenza reduce dalla sconfitta per 4-1 a Trento.
Sarebbe meglio restare in silenzio o, forse, come fanno i tifosi biancorossi ironizzare sull’ennesima débacle della squadra di Diana la cui permanenza in panchina dovrebbe essere ormai giunta al capolinea.
Senza tornare su quanto scritto la settimana scorsa, dopo il ko casalingo con il Mantova, ci limitiamo soltanto a due considerazioni.
Partiamo dai numeri: 18 punti di distacco, a metà stagione, dalla capolista del girone sono un dato su cui riflettere soprattutto se, ad accusarli, é la squadra che avrebbe dovuto ammazzare il campionato.
Sappiamo bene, in virtù di tanti anni di calcio vissuto da giornalisti e non da tifosi, che tra i pronostici estivi e la realtà del campo c’è una distanza spesso siderale e non ci può essere mai niente di scontato o di sicuro.
Ricordiamo ancora quando Renzo Ulivieri, chiamato a riportare il Vicenza in serie B dopo anni di purgatorio, ammoniva spiegando che non era facile andare a giocare a… Palazzolo quando tutti dicevano che si sarebbe dovuto vincere a tutti i costi.
E’ anche vero, però, che i valori o, meglio, le qualità dovrebbero poi fare la differenza.
Se, al contrario, si perde per 4-1 a Trento con l’unico gol messo a segno che deriva da un gentile regalo dei padroni di casa nell’occasione in versione… Babbo Natale, allora vuol dire che qualcosa non torna.
Soprattutto non torna il fatto che Aimo Diana in metà stagione non abbia ancora trovato un blocco su cui costruire la forza della squadra.
Ennesima formazione diversa al Briamasco, ennesimo tentativo di cambiare in corsa con quattro sostituzioni ad inizio ripresa ed ennesima incapacità di reagire o di provare ad invertire la rotta. Di chi é la colpa?
Dei giocatori “senza anima” come vengono accusati dai tifosi?
Dalla panchina che non é riuscita a trovare un assetto tattico e di gioco per lo “squadrone” a sua disposizione?
Della dirigenza che l’ha sbagliato la campagna acquisti oppure la scelta dell’allenatore, che in teoria doveva conoscere la categoria essendo reduce dalla fresca promozione in serie B con la Reggiana?
Se dovessimo dire, giudicando dall’esterno, diremmo che le colpe vanno equamente suddivise quando si fallisce un progetto.
Già, perché persa la promozione diretta ed eliminati dalla Coppa Italia, adesso non resta che puntare tutto sull’accesso ai playoff per provare poi a giocarsi l’impresa. Cosa non certo impossibile considerando che nella passata stagione ci é riuscito il Lecco, formazione tra le meno accreditate.
Questo però potrebbe accadere solo a patto di cambiare passo e.. testa.
Perché nel calcio, come nello sport in genere, si può essere sconfitti e non bisogna certo farne un dramma.
Quella che però non si può perdere é la dignità insieme con la capacità di lottare e la forza per reagire. Per evitare altre figuracce!