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23 Novembre 2024
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Vicenza, basta pazzie. Con l’Avellino si deve vincere

E quindi quali siamo? Quelli che vincono e convincono a Salerno o quelli che fanno imprecare ad Ascoli? Viene da chiedersi questo dopo la doppia trasferta degli ultimi giorni, nel quale il Vicenza ha alternato il meglio e quasi il peggio di questo campionato, in una schizofrenia difficile da comprendere. Troppe le differenze tra le prestazioni per trovare un filo comune, un qualcosa che possa definire i motivi per i quali andiamo a vincere (e convincere) venerdì sera e poi “caliamo le braghe” il martedì. Se non quello – ed è la risposta – che siamo tutte e due le versioni, perché come testa e carattere non ci siamo ancora e il rischio sbandamento è sempre dietro l’angolo.

Questo lo sa anche Lerda (“Abbiamo fatto poco, non siamo entrati in campo”, ha detto dopo Ascoli) il primo a capire e riconoscere che questa squadra ha ancora da lavorare parecchio sulla concentrazione, e che senza la tigna (e la corsa) di strada ne facciamo ben poca, al di là della tattica e dei moduli. La differenza la fa come sempre il carattere: se abbiamo voglia ce la giochiamo con tutti, e la prestazione di Salerno (azioni in velocità, senza paura, per mettere sotto l’avversario e trovare il corridoio giusto, sfruttando il gioco sulle fasce) lo dimostra; se non la abbiamo, all’Ascoli di turno basta il minimo per metterci sotto, rifilarci due gol e mandarci a casa senza troppe discussioni.

E’ chiaro che prestazioni così non sono da Serie B,
e vanno eliminate al più presto. Senza alibi, nemmeno quello della difesa di emergenza: si deve sopravvivere a infortuni e squalifiche. E senza scuse per le decisioni degli arbitri, come quelli del “discutibilissimo rigore” – così il comunicato ufficiale – fischiato contro ad Ascoli. Non c’era, era abbastanza evidente, ma da lì a pareggiare serviva un’altra squadra, che almeno tirasse in porta. Insomma… Ha senso farsi sentire con chi di dovere – altrimenti qui iniziano a mandarci sempre il Nasca di turno – ma non ha senso recriminare pubblicamente.

Prima di farlo, perlomeno, si deve tirare in porta e segnare, dimostrare che qualcosa per vincere la partita l’abbiamo fatto. Ma soprattutto segnare: e qui, escluso Salerno, son dolori: zero gol in 4 gare. Inizia a farsi preoccupante, quei due la davanti non si sbloccano e sembrano – in particolare Galano – in evidente difficoltà nel farlo. Sabato è l’ultimo test, se non va nemmeno questa volta qualcosa si deve cambiare.

In ogni caso questi discorsi valgono poco senza la voglia di vincere, quella che vogliamo vedere domani con l’Avellino. Niente sbandate o imbarcate. E se servissero motivazioni… Ricordiamo lo striscione che dal settore ospiti venne esposto a fine gara lo scorso anno. Tornano a Vicenza da ultimi in classifica, rimandiamoli a casa nella stessa posizione.

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