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18 Luglio 2024
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Via Lerda, dentro Bisoli. Ora non ci sono più scuse

lerda-sconsolato-dopo-il-vantaggio-dellentella-foto-zontaUna delle grandi ovvietà del calcio dice che quando si arriva a cambiare l’allenatore non è mai solo colpa di chi se n’è appena andato, e che sarebbe troppo semplice pensare di poter risolvere il problema solo così. Sarà banale, questo è fuori di dubbio, ma è vero, eccome se è vero, e in questo caso s’addice particolarmente alla situazione in cui il Vicenza si trova.

Questo perché è stata colpa di Lerda ma fino a un certo punto, e lo diciamo per fugare ogni dubbio a chi pensa che questo cambio in panchina possa bastare per risolvere i problemi della squadra. Non è così. Di certo, sia chiaro, il mister ci ha messo del suo, con dei cambi ai limiti del visionario e un’intervista dopo partita che quei limiti li ha palesemente superati, segno che non ci stava più capendo molto, ma la prestazione sconfortante offerta contro l’Entella dice altro: o i giocatori cominciano a dimostrare qualcosa, dall’attaccamento alla maglia, alla voglia di lottare, a voler migliorare le proprie lacune, oppure da questa situazione non usciamo.

D’altronde, dopo Chiavari, l’istinto – coadiuvato da una buona dose di ragione – sarebbe stato quello di cacciare tutti, dal primo all’ultimo. Pensavamo, dopo la trasferta di Ferrara, di aver toccato il fondo e invece è bastato poco più di un mese per tornare allo stesso punto: subito sotto dopo pochi minuti, incapaci di reagire, senza mai entrare veramente in panchina, e con una confusione non degna di una squadra di Serie B. Non c’è una spiegazione valida per un atteggiamento come questo. E’ qualcosa di assolutamente incomprensibile, dove l’allenatore conta ma fino a un certo punto. Ora, tolto lui, non si sono più scuse: i giocatori devono assumersi le proprie responsabilità.

Sul nuovo allenatore ovviamente non si può dire nulla, se non auspicare che faccia giocare davvero chi se lo merita, in base a quello che vede in allenamento senza guardare in faccia nessuno. Si riparte tutti da zero, senza titolari e riserve. E poi speriamo che riesca a portare quello che sembra essere il suo marchio di fabbrica, ovvero grinta, corsa e compattezza. Ha detto che vuole radicarsi e fermarsi a Vicenza molti anni: lo faccia a suon di vittorie. A partire da domenica contro il Cesena.

PS Sarebbe bello ricordare alla squadra che, anche dopo un 4-1 di quel genere, sarebbe il caso di andare a salutare i propri tifosi, quelli che sono rimasti sotto la pioggia 90′ minuti a cantare nonostante la prestazione. Anche da questi particolari può cominciare la risalita.

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