Sarà stato per la partenza di Fontanini (ciao Muro, ora torna in Sudamerica a insegnare la zona), o per il ritiro dove, come dice Bisoli, “ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che dovevamo dare una svolta al campionato”? E soprattutto… Ce la faremo a confermarci e non ricadere un’altra volta in modo pessimo, per non dir di peggio, come l’ultima volta con il Latina?
Dopo il pareggio di Vercelli e alla vigilia della partita con il Benevento sono queste le domande che ci stiamo ponendo, in attesa di vedere al Menti delle chiare risposte. Ovvero quelle che dovrà dare una squadra che, indipendentemente dal risultato (domani non è mica semplice, questi sono quarti e con la terza difesa del campionato, noi…. Va beh, lasciamo perdere), dovrà scendere in campo con l’assoluta e totale dedizione per la maglia, e che dovrà metterci tutto – e anche di più – per conquistare – o almeno provare a farlo – questa stramaledetta prima vittoria in casa. Se di svolta si vuole parlare, va dimostrata a partire da domani, non ci sono alternative. Non aver mai vinto al Menti è un tabù (o una zavorra) che a fine novembre non può esistere se si vuole coltivare la speranza di salvarsi: o si cambia passo oppure diventa un’agonia fino alla fine.
Quindi domani è il momento, non si può fallire ancora e per questo la tensione va tenuta alta. Non c’è il tempo – Fontanini a parte – né di ridere e né di sorridere, e neppure di di compiacersi per un pareggino in trasferta. Ogni volta che si è provato a farlo, in questo campionato, c’è stato un calo nelle motivazioni messe in campo e di conseguenza sui risultati, e non deve accadere più. L’ultima volta tutti sono stati molto chiari nel ribadire che certe figuracce è il caso di non farle, e che prima di tutto vogliono vedere 11 uomini che si sbattono, lottano, o perlomeno che non sembrino completamente inerti se le cose si mettono male. A Vercelli, ne va dato atto, la reazione c’è stata… Ma senza continuità qui non si procede, ed è bene stamparselo in testa in vista delle prossime gare (al derby manca poco).
Lo diciamo anche per loro, per i giocatori. Quando c’è grinta e voglia certi limiti tecnici – tipo quelli del centrocampo ignorantissimo formato da Rizzo, Signori e Urso – passano anche in secondo piano, al contrario – in evidenza di lassismo – diventano un detonatore per rivomitare contro chiunque la rabbia che qualunque tifoso ha, giustamente, dopo anni di delusioni in sequenza. Non ne possiamo più, quindi non prendiamoci più in giro. Serve professionalità al 110%, a tutti i livelli, e niente scherzi. “Cari giocatori, tirateci fuori da questa situazione”: l’esortazione rimane la stessa.