Martedi 3 luglio 2018 l’Associazione Italiana Calciatori ha spento 50 “candeline” per festeggiare l’anniversario della sua costituzione.
Un traguardo storico, significativo: cinquant’anni sono una bella fetta della storia del nostro calcio, cinquant’anni di battaglie, di conquiste, di successi al fianco di una categoria che sempre si è dimostrata compatta.
L’AIC è nata ufficialmente il 3 luglio del 1968: a costituirla fu un gruppo di calciatori che, a Milano, nello studio del notaio Barassi, firmò l’atto costitutivo. Del gruppo facevano parte Bulgarelli, Mazzola, Rivera, Castano, De Sisti, Losi, Mupo, Sereni, Corelli e Campana. L’idea di costituire un sindacato era nata dalla volontà di difendere la figura del calciatore, non sufficientemente tutelata. E di strada l’AIC, in 50 anni, ne ha fatta davvero molta: dal riconoscimento del diritto d’immagine alla firma contestuale, dal trattamento pensionistico all’assistenza infortuni, dalla liquidazione di fine carriera allo “svincolo” per effetto della legge 91, fino ad ottenere il traguardo del “diritto di voto” che ha permesso agli atleti di entrare nel governo del calcio. Oggi sono quasi tremila i calciatori professionisti riconosciuti dalla legge come veri e propri lavoratori subordinati e che possono vantare di moltissime tutele grazie al sopracitato gruppo di campioni che fondò l’Associazione e a tutti coloro che, negli anni, hanno partecipato con impegno al raggiungimento di traguardi determinanti per la categoria, tra cui proprio i calciatori di serie A, che godevano e godono di maggiore notorietà.
Da mezzo secolo un impegno a 360
L’AIC tutela gli interessi “morali, professionali ed economici” di tutti i calciatori professionisti di Serie A, B e Lega Pro, e dal 2000, anche i calciatori del settore dilettanti (compresi Calcio Femminile, Calcio a 5 e Beach Soccer) direttamente attraverso gli interventi dalle sedi di Vicenza e Roma. Con più di 17.000 iscritti è l’unica associazione di categoria presente in Italia. Ma l’AIC svolge soprattutto un’importante opera di confronto con la FIGC e le Leghe per la gestione di tutta la normativa che riguarda il rapporto calciatori/società, come ad esempio l’accordo collettivo e il contratto tipo. Da anni si è battuta poi per permettere agli atleti di partecipare attivamente alla gestione del calcio, attraverso il diritto di elettorato attivo e passivo, obiettivo determinante per il futuro della categoria.
E dopo anni di battaglia lo storico traguardo è stato raggiunto il 9 luglio 1999 con l’approvazione del cosiddetto “Decreto Melandri” che ha sancito l’entrata di atleti e tecnici negli organi direttivi del CONI e delle singole Federazioni sportive in percentuale non inferiore al 30%. L’ottenimento del diritto di elettorato è sicuramente la prima di una lunga lista di mete prefissate: la salvaguardia dei diritti acquisiti con la Legge 91 e della normativa previdenziale, per citarne qualcuna, sono infatti punti fermi sui quali l’AIC da sempre concentra tutti i propri sforzi. Al suo interno ha costituito, negli ultimi anni, quattro dipartimenti (Dilettanti, Femminile, Senior e Junior). Tra le varie attività, attraverso A.I.C. Onlus, non manca infine anche quella delle iniziative a carattere benefico a sostegno di vari enti o di singoli calciatori in difficoltà economica. L’Associazione ha propri rappresentanti nel Fondo accantonamento di fine carriera, nel Fondo di solidarietà, nelle Commissioni federali. Inoltre partecipa attivamente all’attività della F.I.F.Pro, che raggruppa le maggiori associazioni di calciatori e della C.I.D.S., che riunisce le principali associazioni italiane di sportivi e tecnici di varie discipline. Ogni anno organizza una serie di importanti eventi come il “Gran Galà de calcio” e offre una serie di qualificati servizi per tutti i propri iscritti. Organi ufficiali sono la rivista mensile “Il Calciatore”, il sito internet www.assocalciatori.it, e i “social” ufficiali.