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25 Novembre 2024
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Daniela Sbrollini vicina allo sport di base per programmare il futuro

Da sempre é un’appassionata di sport, ma soprattutto a questo mondo é vicina e attenta nel sostenerne i valori  e promuovere le giuste cause: su tutte l’indennità per le atlete in maternità e, oggi, il riconoscimento del professionismo anche per le sportive donne.
Non a caso é responsabile nazionale dello sport per Italia Viva ed è capogruppo nella Commissione cultura.
Daniela Sbrollini, senatrice, moglie dell’imprenditore Flavio Marelli e mamma di Davide, sta vivendo questo periodo di emergenza da casa, a Vicenza, da dove segue le vicende politiche raggiungendo Roma soltanto in occasioni delle votazioni in Parlamento.
“E’ una situazione drammatica sotto tutti i punti di vista – esordisce al telefono – anche per lo sport, un settore che considero fondamentale e che rappresenta il 3% del PIL (ndr. il prodotto interno lordo) del nostro paese. In queste settimane sto cercando di ascoltare tutti, senza distinzioni, per poter varare un progetto di prospettiva per quando la situazione si sarà normalizzata e riprenderemo la vita di prima”.

– Di cosa si tratta?

“Dobbiamo pensare agli imprenditori, alle aziende, a chi gestisce circoli, piscine, palestre, considerando l’indotto che vi ruota attorno, in modo da poter mettere a disposizione delle risorse. E’ indispensabile che, una volta finito tutto questo, possano riaprire perchè, senza sostegno, in molti rischiano di chiudere e di cessare l’attività”.

– Entrando più nei dettagli?

“Sono riuscita a presentare un emendamento per far sì che anche chi lavora nel mondo sportivo sia compreso nel decreto “Cura Italia”. Un altro emendamento rientrerà invece nel secondo decreto del Governo, previsto per metà aprile e che dovrebbe prevedere una cifra di stanziamento maggiore, comprendendo collaboratori sportivi e atleti, maschi e femmine. Del resto, sono in costante contatto con il ministro dello sport Spadafora che mi ha inserita in un tavolo di lavoro che, tra le diverse situazioni da affrontare, mi vede in prima linea nella battaglia per aprire anche alle sportive donne il mondo del professionismo”.

– Una volta passata la tempesta coronavirus da cosa bisognerà ripartire?

“Innanzi tutto la pratica sportiva dovrà diventare parte integrante della nostra vita e mi spiego subito meglio. C’é una mia proposta di legge, ferma al Senato ancora dalla scorsa legislatura, in cui propongo l’estensione dell’attività fisica nelle scuole per i bambini dai 5 ai 10 anni, accompagnata da una prescrizione medica della stessa attività. Visti, infatti, i dati allarmanti sull’obesità infantile e sulla sedentarietà l’obbligo di una disciplina motoria da un lato sarebbe la risposta pratica e, dall’altro, incentiverebbe l’occupazione e la professionalità se affidata a laureati in Scienze motorie. Così, poi, ci allineeremmo agli altri paesi che considerano lo sport una materia essenziale nel percorso curriculare. Ecco, questo sarebbe un impegno che si prende adesso per fronteggiare l’emergenza coronavirus, ma che diventerebbe un pilastro importante per il nostro futuro”.

– Altri suggerimenti per ripartire?

“Come dicevo prima, al di là della politica, parlo quotidianamente con tanti esponenti del mondo dello sport e del calcio in particolare. In questo momento le rinunce le devono fare tutti, però bisogna iniziare da chi guadagna di più e credo che, a riguardo, la Juventus con la decisione di ridurre gli stipendi sia l’esempio da seguire e da estendere agli altri club della serie A. La cassa integrazione, invece, è una questione aperta. Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli dice di estenderla a chi guadagna meno mentre l’Associazione Calciatori con Damiano Tommasi replica affinchè non vengano penalizzati i suoi rappresentanti. Di certo, a mio avviso, si deve salvaguardare chi rischia di più e ha meno possibilità di poter tornare in campo.
Un’altra proposta, che però mi vede un po’ perplessa, è quella di far ripartire la pubblicità sulle scommesse legali. In tal caso dovrebbe essere il governo ad intervenire direttamente riprendendo o “congelando” il decreto dignità. Sul tema il ministro Spadafora è molto rigido, però é indubbio che un aiuto ci vuole e i provvedimenti adottati potrebbero essere soltanto temporanei per uscire dalla crisi. Si parla anche dei  diritti televisivi e qualcuno ipotizza di tornare al discorso soggettivo nella vendita degli stessi, riportando la situazione al prima della legge Melandri, con tutte le conseguenze e le penalizzazioni per le piccole società. Ma potremo dire qualcosa di più concreto solo quando vedremo la bozza definitiva”.

– Superata l’emergenza sanitaria la gente tornerà a fare sport?

“Come dicevo prima ci saranno delle ripercussioni, anche importanti, dal punto di vista economico. Per questo sarà fondamentale rendere l’obbligatorietà gratuita della pratica motoria per i giovanissimi. Bisognerà inoltre riscoprire l’importanza dello sport di base e del volontariato. A Vicenza abbiamo così tante competenze e penso a personaggi di primo piano come Paolo Bedin, Fabio Poli, Andrea Fabris: ma non solo il mondo del calcio, bensì anche il basket, il volley, il tennis solo per fermarmi alle discipline più praticate. Ecco, bisognerà mettersi ad un tavolo di lavoro che diventi un laboratorio di idee e di progetti grazie ai quali ripartire. Non dimentichiamo, inoltre, che non ci saranno più i grandi eventi. Penso ad esempio al Challenger Città di Vicenza di tennis, ma anche ad altre manifestazioni. Adesso è il momento di far capire che quando si cancellano eventi così, per non parlare di altri a livello nazionale di portata ancora maggiore, si hanno grossissime ripercussioni a livello economico, sociale, culturale. Lo sport fa parte del DNA dell’individuo, è intrinseco nel nostro tessuto sociale e, ricordiamolo, rappresenta il terzo settore della nostra economia. Non è solo spettacolo, ma formazione, crescita, educazione. Trasmettere una cultura sportiva é qualcosa che deve riguardarci tutti”.

– Magari dalle Regioni potrebbero arrivare degli incentivi?

“Si può pensare ad un accordo tra stato ed enti locali, ma se il Veneto é all’avanguardia ci sono altre regioni molto più indietro e l’indirizzo da seguire deve essere quello nazionale. Di certo bisognerebbe far sì che le spese per la pratica sportiva dei più piccoli fossero detraibili per le famiglie. E poi puntare, anche nella nostra Vicenza, sulla promozione e sulla formazione scolastica, magari facendo partire anche dei Master dello sport a livello universitario”.

– Il suo auspicio?

“Innanzi tutto che si possa risolvere quanto prima questa emergenza e far fronte alle conseguenze che porterà alla distanza. Dal punto di vista sportivo, invece, mi piacerebbe veder riconosciuto, al fine della legislatura, il professionismo dello sport al femminile. Siamo al lavoro con donne di spessore come Alessandra Cappellotto ed altre che si aggiungeranno in corso d’opera per raggiungere quella che per me é più di una semplice sfida. Per quanto riguarda, infine, la ripresa dei singoli campionati sono piuttosto scettica. Bisognerà trovare un punto di equilibrio tra le parti e, soprattutto, farla finita con i siparietti di certi personaggi, di cui preferisco non fare i nomi, che non pensano nè allo sport nè tanto meno alla salute”.

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