Il tennis scende in… campo e lo fa per protestare contro il DCPM dello scorso 25 ottobre.
Già, perchè pur essendo uno sport individuale e in testa alla speciale classifica stilata dal Politecnico di Torino delle discipline con minor rischio di contatto con un indice dello 0,1, il decreto ministeriale vieta la pratica agli amatori e ai ragazzi delle scuole SAT all’interno delle strutture coperte o dei palloni pressostatici.
Le conseguenze? Molti circoli hanno dovuto sospendere quasi completamente l’attività ad eccezione dei tesserati agonisti che, nei numeri, sono comunque una minoranza. Altri hanno invece fatto di necessità virtù smontando i palloni e tornando ai campi all’aperto per poter permettere di giocare sperando nella clemenza delle condizioni meteo.
In soccorso ai suoi affiliati é intervenuto anche il presidente del Comitato regionale veneto della Federtennis Mariano Scotton, che ha scritto al Governatore Luca Zaia chiedendo un intervento per dirimere la questione.
“In riferimento a quanto previsto nel DPCM del 25 ottobre 2020 in cui al punto d) si dice che: “è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto… purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività…” e al punto e) in cui si dice che “… sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra… restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale … all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico…; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse…”, siamo a evidenziare che:
– Il gioco del tennis rientra nella categoria degli sport individuali che rispettano ampiamente le distanze di sicurezza, proprio per la natura stessa di questa disciplina.
– Il tennis solitamente si svolge all’aperto e DIVERSAMENTE DAI CIRCOLI DEL CENTRO-SUD ITALIA, il Veneto deve forzatamente utilizzare strutture coperte da ottobre ad aprile, quali palloni pressostatici o strutture fisse, all’interno dei quali vengono sempre garantite le distanze di sicurezza e le norme anti Covid.
– Il numero di atleti previsti all’interno dei palloni pressostatici è al massimo di quattro unità, quindi su un campo di gioco di circa 800 mq le disposizioni di contrasto alla pandemia sono ampiamente rispettate.
Le chiedo cortesemente, per quanto Lei potrà fare, di prendere visione di questa specificità del tennis Veneto che conta 230 società, 37.000 tesserati, promuove oltre 500 tornei e schiera più di 1200 squadre e di permettere a tutti i nostri atleti, agonisti e non agonisti, il gioco all’interno dei palloni pressostatici e delle strutture fisse per i motivi sopra descritti. Dobbiamo dare continuità all’attività del movimento tennistico nella nostra regione, la cui interruzione contribuirebbe alla possibile chiusura di varie società e in maniera significativa peggiorerebbe la già difficile situazione in cui si trova il nostro Paese”.