C’erano i tifosi biancorossi, ma anche quelli della Sampdoria e un portacolori della Fiorentina uniti con striscioni e sciarpe nel dare l’ultimo saluto a Mario Maraschi, il grande attaccante scomparso all’età di 81 anni.
Nel giorno in cui Vicenza piangeva l’improvvisa scomparsa di Paolo Rossi il Duomo cittadino, a distanza solo di pochi giorni dall’addio ad Ernesto Galli, ha ospitato la cerimonia funebre di un altro grande del calcio berico e italiano.
Il giocatore, ma soprattutto l’uomo, dal sorriso coinvolgente ed entusiasta.
“Pensavi che ogni cosa fosse possibile e così il tuo sogno é diventato realtà” ha ricordato il figlio Alberto.
“Generoso, altruista, che sapeva stare con tutti” lo ha ricordato il nipote testimoniando le qualità umane al di fuori del personaggio pubblico.
Il libro di Giobbe e il vangelo di Giovanni, con il brano della resurrezione di Lazzaro, sono state le letture scelte nella celebrazione officiata da don Lorenzo Braggion, in un messaggio di speranza e resurrezione nel considerare la morte solo una tappa, inevitabile, verso la vita eterna.
All’uscita della chiesa, con la maglia blucerchiata appoggiata sopra la bara di legno chiaro ricoperta di fiori bianchi, un lungo applauso ha accolto il feretro.
Buon viaggio, Mario: adesso nei campi verdi del cielo potrà giocare un altro attaccante di razza!